Metalmeccanici, salario e diritti uguali in tutte le aziende. Lo chiede Federmeccanica

Stop ai diversi contratti collettivi per ciascun settore. Avanti con un contratto collettivo che riconosca lo stesso salario minimo e pari diritti per tutti i lavoratori del medesimo settore produttivo. A partire dai lavoratori metalmeccanici e dell’installazione di impianti.

E poi, ancora, i contratti collettivi devono poterli firmare solo le associazioni datoriali e sindacali che hanno una adeguata rappresentatività, che riescono a dimostrare di avere un numero significativo di iscritti tra imprese o lavoratori.

Sono le richieste che avanza FedermeccanicaConfindustria, ieri, durante la presentazione del Progetto Competere in occasione del ‘compleanno’ che questanno compie 50 anni.

“Lo sforzo da compiere – si legge – come sistema è quello di lavorare per trovare convergenze nei diversi settori al fine di operare una razionalizzazione dei contratti nazionali che consenta di garantire le stesse tutele fondamentali a ogni lavoratore (quantomeno nella medesima categoria), di realizzare economie di scala ancor più favorevoli e di fornire strumenti di gestione adattabili alle esigenze delle singole imprese e dei singoli lavoratori. Al fine di prevenire eventuali tentativi di realizzare contratti pirata occorrerebbe escludere ogni forma di incentivo previsto da norme legge nel caso di applicazione di contratti stipulati da soggetti che non siano rappresentativi. È quindi necessario che si arrivi quanto prima alla misurazione della rappresentanza di ogni parte sia quelle sindacali che quelle datoriali”.

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