Veneto. Al via la fase congressuale della Cisl Padova Rovigo

 

Con il Consiglio generale di oggi, la Cisl Padova Rovigo ha dato inizio all’iter che culminerà con il congresso territoriale del 10 e 11 febbraio prossimi. L’incontro, al Censer di Rovigo, si è aperto con l’intervento del segretario generale Samuel Scavazzin, che riferendosi alla crisi afghana, ha stigmatizzato la mancanza di una risposta coesa da parte europea e ha ricordato l’impegno dell’Iscos nel campo profughi di Bihac e la richiesta delle Organizzazioni sindacali al governo perché si attivi, insieme a tutta la comunità internazionale, per l’apertura di corridoi umanitari. A proposito dell’accoglienza dei lavoratori stranieri, Scavazzin ha quindi affrontato una piaga del mondo del lavoro che interessa soprattutto i cittadini stranieri. «Per contrastare concretamente il caporalato, molto più diffuso di quanto si pensi, vorremmo che non ci si limitasse all’indignazione, ma si passasse dalle parole ai fatti, definendo regole chiare, condivise dalle organizzazioni sindacali e dalle associazioni datoriali, prima che l’aumento della disoccupazione e dell’immigrazione, prevedibile nei prossimi mesi, possa esporre al ricatto un numero sempre maggiore di lavoratori».
A proposito delle sempre più frequenti notizie di licenziamenti via e-mail o whatsapp, ha osservato: «Nel momento in cui le crisi aziendali vanno moltiplicandosi in Italia e in tutta Europa, riteniamo che l’affermarsi di una pratica così barbara sia la naturale conseguenza della crisi delle relazioni industriali caratterizzata da una regressione della rappresentanza sociale e sindacale e questa è una tendenza che come Cisl dobbiamo assolutamente invertire, anche attraverso un costante aggiornamento delle nostre competenze soprattutto, ma non solo, per chi si occupa di negoziazione». Riferendosi al recente decreto del governo sull’utilizzo del green pass, Scavazzin ha ribadito la posizione della Cisl, «a favore dell’obbligo vaccinale per tutti i lavoratori, sia nel pubblico che nel privato, e favorevole ai tamponi gratuiti per i lavoratori fragili e per chi non può vaccinarsi per motivi di salute, mentre tutti gli altri dovrebbero avere accesso ai tamponi e un prezzo calmierato».
Il segretario generale ha quindi ricordato i diversi fronti sui quali la Cisl Padova Rovigo è impegnata: in difesa dei diritti di tutte le donne, per contrastare gli infortuni sul lavoro e a sostegno delle politiche attive. A questo proposito ha ricordato il protocollo d’intesa sottoscritto da Cgil, Cisl e Uil sullo Smact, il Competence Center del Triveneto, il più grande degli otto costituiti a livello nazionale e il primo che istituzionalizza il coinvolgimento delle Organizzazioni sindacali nel proprio programma di attività. «Dobbiamo invertire – ha detto – il progressivo livellamento verso il basso delle condizioni e della qualità del lavoro, per la sicurezza e la tutela dei diritti. Non a caso il settore della logistica è quello maggiormente contrassegnato dalla mancanza di tutele». A questo proposito, ha ricordato l’info point organizzato davanti ad Amazon, «un altro modo di fare sindacato, con l’obiettivo principale di far sentire a questi lavoratori il nostro sostegno, offrendo loro un servizio utile anche per renderli più consapevoli dei loro diritti» e ha definito il protocollo sottoscritto ieri l’altro con Felsa e Fit a livello nazionale «un primo passo, che ci auguriamo possa aprire la strada a nuove iniziative per migliorare le relazioni industriali». A proposito dello sviluppo delle attività produttive in polesine, «siamo convinti che la Zls rappresenti una grande opportunità per indirizzare lo sviluppo verso obiettivi di crescita dell’occupazione, tutela dell’ambiente e innovazione tecnologica. Ma il modello di sviluppo che intendiamo promuovere non si limita ad aumentare i posti di lavoro, ma deve rendere attrattivo il territorio per le famiglie». Il segretario ha concluso rivolgendo un invito a tutti i presenti: «Quello che dobbiamo fare è interpretare nel modo più moderno e innovativo i valori che sono all’origine della nostra storia, per governare questa fase di transizione ed anticiparne i pericoli e le opportunità. In un momento storico ben più drammatico di questo, in un paese devastato dalla guerra, la Cisl contribuì a dare a questo Paese il ruolo che ora gli spetta in Europa e nel mondo».
Secondo il segretario generale della Cisl Veneto Gianfranco Refosco, «il tema dell’incertezza caratterizzerà il nostro futuro. Nessuno – ha aggiunto – si azzarda a fare previsioni sull’andamento economico dei prossimi anni. L’imprevedibilità è un tratto con cui dovremo fare i conti». Refosco ha citato il progetto presentato al recente Consiglio generale della Cisl Veneto, risultato di un lavoro iniziato prima della pandemia, che traccia il percorso del sindacato nei prossimi cinque anni. Formazione sindacale, contrattazione e partecipazione, l’evoluzione dei servizi per realizzare un vero welfare sindacale, a partire dallo sportello lavoro, e programmazione strategica le aree principali. «Questo è il percorso che intendiamo seguire per rafforzare la nostra rappresentanza e saper essere protagonisti del futuro. – ha spiegato – Al centro di tutto c’è il tema della sicurezza sul lavoro. A luglio abbiamo fatto una grande manifestazione unitaria a Vicenza. La Regione allora ci aveva preannunciato un documento, che però a distanza di due mesi non ci ha ancora presentato. Il vero nodo è se intende investire o meno sulla sicurezza sul lavoro, in particolare per rafforzare gli organici Spisal. Secondo tema caldo è quello della diffusione dei contagi da Covid. La Cisl è stata la prima a chiedere l’obbligo vaccinale, senza tatticismi o ambiguità. Per i tamponi, chiediamo la gratuità per i soggetti fragili e per quelli che non possono vaccinarsi e il prezzo calmierato per gli altri. Va rilanciato il ruolo educativo del sindacato, per promuovere la vaccinazione, ma anche per promuovere un cambiamento culturale, anche su temi dai risvolti drammatici come il fenomeno dei femminicidi. Il nostro intervento educativo, anche su questo argomento, deve partire dai luoghi di lavoro».
Le conclusioni del dibattito sono state tratte dal segretario confederale Giorgio Graziani. «Il quadro internazionale – ha detto – è centrale per capire qual è il nostro futuro. Ci sono le transizioni, produttiva, ecologica, ma la vera transizione è quella sociale. Abbiamo parlato dell’Afghanistan, ma non dimentichiamoci dei problemi della Siria, dell’Ucraina e dei tanti paesi africani che vivono ogni giorno il dramma del terrorismo. C’è sempre più bisogno di sindacato e di un sindacato responsabile, confederale, capace di aver una visione del bene comune e come tale capace di affrontare anche sfide impopolari e dare la migliore risposta possibile. Le tre linee trasversali del Pnrr, giovani, donne e sud, sono tre linee sulle quali siamo chiamati a dare risposte». Graziani ha ricordato i protocolli sottoscritti dal sindacato. «Se non ci fossimo seduti a quei tavoli non avremmo avuto continuità produttiva. Quei protocolli ora vanno aggiornati». Il segretario confederale Cisl ha insistito sul tema delle politiche attive: «Ogni persona che viene buttata fuori dal mondo del lavoro deve essere presa in carico ed essere riqualificata. Questo è possibile solo se ammortizzatori sociali e politiche attive vengono integrate. Se il lavoro è dignità, dobbiamo occuparci di questo, senza lasciare indietro nessuno». Infine a proposito del green pass, ha sottolineato: «La nostra posizione sull’obbligo vaccinale è sempre stata chiara. Il green pass è uno strumento di promozione della campagna vaccinale, ma non risolutivo, anzi in molti casi divisivo».

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Fonte: cisl.it