Green pass lavoro, è boom di tamponi (e tutto esaurito) per non vaccinarsi: ecco dove

C’è un zona d’Italia dove dal 15 ottobre, cioè da quando entrerà in vigore l’obbligo (nazionale) di entrare in tutti i luoghi di lavoro con il Green pass, è prevista una massiccia adesione alla soluzione del tampone in luogo del vaccino, per ottenere la certificazione verse.

Stiamo parlando della provincia autonoma di Trento dove, da giorni, i centri diagnostici e le farmacie registrano il tutto esaurito. Fino al punto che per molti lavoratori ottenere il Green pass con il tampone da effettuare ogni 48 ore per entrare a lavoro, e senza vaccinarsi, sarà praticamente impossibile.

A riportare la notizia è il quotidiano locale L’Adige sulle cui pagine si legge:

“la Sea, l’azienda da mesi in prima linea con il servizio di tamponi, sta mettendo in campo una serie di iniziative in più, ma non potrà accontentare tutti: «La richiesta è altissima – spiega Renzo Cescato, presidente di Ecoopera, che controlla Sea – e noi abbiamo praticamente tutto prenotato fino a metà novembre. Abbiamo introdotto alcuni accorgimenti, come quello di aprire alle 6 del mattino e di fare i test anche la domenica sera, ma il problema è il personale, che non si trova. E poi noi abbiamo comunque tutto il lavoro “normale” da portare avanti con la medicina del lavoro»”.

Numeri da record, stando a quanto si apprende, con la provincia autonoma trentina che si sta rivelando essere tra le più NoVax:

“i numeri dicono che nel mese di settembre in Trentino sono stati effettuati circa 89 mila antigenici (praticamente 3.000 al giorno di media), con una crescita del 171% rispetto ai poco meno di 33 mila di luglio (mese “pre green pass”). E bisogna considerare che a settembre alcuni fattori hanno inciso: il bel tempo – quindi la non necessità di fare il tampone per andare a cena all’interno -, l’assenza o quasi di manifestazioni sportive – basket e volley, ad esempio, sono ancora ferme -, e ovviamente la non obbligatorietà per accedere al posto di lavoro. Se con tremila tamponi al giorno la situazione è già difficile, è evidente che se 60 mila trentini dovranno fare un test ogni 48 ore il sistema non potrà garantire il certificato per andare sul posto di lavoro.”

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