Istat. Graziani: “Positivi i dati sulla produzione industriale ma ancora troppi settori in sofferenza”

“I dati Istat indicano un aumento del 16,1% della produzione industriale nei primi otto mesi del 2021 rispetto all’anno precedente, a conferma di un vero e proprio rimbalzo anche nell’industria, traino della crescita complessiva del PIL che come attesta anche la NADEF si dovrebbe attestare al 6% (superiore al 4,5% previsto dal DEF)”. È quanto sottolinea il Segretario Confederale della Cisl, Giorgio Graziani, responsabile dell’industria.

“Sono dati sicuramente positivi che però non tranquillizzano. Per questo continuiamo a richiedere al Governo ulteriori interventi che ci permettano di consolidare e rafforzare la crescita anche del comparto industriale. Il dato tendenziale di agosto in lieve riduzione -0,2% rispetto al mese precedente ed il calo produttivo sensibile di uno dei settori trainanti quali l’automotive confermano queste preoccupazioni. L’aumento delle tariffe sulle utilities e dei prezzi sulle materie prime, il difficile reperimento nel mercato di semilavorati come ad es. semiconduttori ed apparecchiature elettroniche, sono tutti campanelli di allarme che non vanno sottovalutati e che potrebbero frenare la timida crescita, seppur costante, della produzione e del fatturato industriale, peraltro segnati ancora da forti differenziazioni tra settore e settore.

Troppi sono ancora infatti i settori in forte sofferenza, a partire dal tessile abbigliamento e calzatutriero, la gomma plastica, o la filiera del trasporto pubblico, o ancora quelli particolarmente energivori come la chimica e l’acciaio, solo per citarne alcuni. Settori che vanno sostenuti e rilanciati. Le crisi irrisolte sono ancora tante e l’occupazione è ben lontana dei numeri pre covid. Servono scelte chiare sugli asset e le filiere industriali considerati strategici, sul ruolo del pubblico per il rilancio degli investimenti e per accompagnare le trasformazioni tecnologiche, digitali ed ambientali previste dallo stesso PNRR.

Servono norme che responsabilizzino le imprese, in particolare le multinazionali, che valorizzino e richiamino il ruolo sociale e strategico delle stesse, perimetrandone fughe ingiustificate e ricercando il giusto equilibrio tra libertà di imprese e garanzie industriali ed occupazionali nei territori interessati. Per questo riteniamo come unica strada possibile, in questa fase così complicata, la necessità di una condivisione degli obiettivi e di uno sforzo comune per realizzarli, possibile solo attraverso un grande patto sociale”.

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Fonte: cisl.it