Se già prima della pandemia i giovani erano i più ostacolati nella ricerca di un lavoro – pena la poca esperienza – e si vedevano spesso costretti ad accettare lavori irregolari e a nero, o precari, adesso, con la crisi causata dal covid-19, questa situazione è riemersa più forte di prima. Tuttavia, per dare un cambio di passo all’occupazione giovanile, stabile e regolare, il Governo ha previsto un Bonus, un incentivo per le imprese che li assumono. E Inps in questo ha un ruolo di primo piano.
Vediamo di cosa si tratta.
Il Bonus consiste in un esonero contributivo introdotto con la legge di bilancio 2021. Non sono quindi soldi che vanno direttamente nelle tasche del lavoratore, ma che neanche escono direttamente dalle casse del datore di lavoro. Parliamo infatti di un taglio delle somme che i datori di lavoro devono versare all’INPS a titolo di contributi previdenziali.
Si tratta di una misura alla quale è stato dato il via il 16 settembre scorso dalla commissione europea solo però per i contratti (con i requisiti di cui sotto) firmati tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2021 (data in cui scade lo stato di emergenza). Tuttavia, non è escluso che questo sussidio venga portato avanti anche per il 2022.
Possono accedere a questo sgravio contributivo i seguenti soggetti:
È necessario però rispettare alcuni requisiti, in particolare:
È opportuno precisare che questa misura non può essere erogata se il contratto che si intende stipulare o trasformare in indeterminato è quello di un’apprendista. Per l’apprendistato, infatti, non è possibile richiedere il bonus in quanto sono già previste delle agevolazioni in materia di versamento contributivo.
La quota per la quale si è esonerati dipende dalla somma totale che il datore di lavoro deve versare a titolo contributivo. Su questo importo influisce la cifra dello stipendio, ma comunque non può superare i 6.000 euro detraibili totali. La durata dell’agevolazione è prevista per 36 mesi, quindi 3 anni, ma è estesa a 48 mesi (4 anni) nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Il bonus viene applicato sulla base delle giornate effettive di lavoro e non può superare la cifra massima detraibile di 500 euro al mese. È considerato valido anche per i contratti a tempo parziale, ma in questo caso la somma detraibile deve essere ricalcolata in base al tempo effettivamente trascorso a lavoro.
La domanda può essere trasmessa, dalle imprese o dai consulenti, semplicemente utilizzando la piattaforma digitale dedicata al versamento dei contributi. Possono fare richiesta anche le aziende che nel corso del 2021 abbiano effettuato assunzioni a tempo indeterminato ma che ad oggi abbiano cessato la propria attività.
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