Green pass, nuovo Dpcm Draghi sui controlli: sì a verifiche due giorni prima, con 1 tampone in più

Firmato il Dpcm con le modalità di verifica del possesso delle certificazioni verdi COVID-19 in ambito lavorativo.

Nello specifico il decreto fornisce ai datori di lavoro pubblici e privati gli strumenti informatici che consentiranno una verifica quotidiana e automatizzata del possesso delle certificazioni.

Green pass, come avvengono i controlli

Secondo quanto prevede il Dpcm i controlli del Green pass nei luoghi di lavoro pubblici e privati potranno avvenire, anche a campione, attraverso “l’integrazione del sistema di lettura e verifica del QR code del certificato verde nei sistemi di controllo agli accessi fisici, inclusi quelli di rilevazione delle presenze, o della temperatura”.

La verifica sarà “quotidiana e automatizzata” funzionale solo a rivelare se il certificato è “in corso di validità” senza trasmettere “ulteriori informazioni“. Lo prevede la bozza di dpcm sul Green pass, che prevede l’usodi un pacchetto di sviluppo per applicazioni, rilasciato dal ministero della Salute con licenza open source”, che si può “integrare nei sistemi di controllo degli accessi, inclusi quelli di rilevazione delle presenze”.

Inoltre, i controlli del Green pass effettuati con App non possono essere conservati. Lo prevede espressamente la bozza di Dpcm sulla quale si legge “è fatto esplicito divieto di conservare il codice a barre bidimensionale (qr code) delle certificazioni verdi Covid-19 sottoposte a verifica, nonché di estrarre, consultare, registrare o comunque trattare per finalità ulteriori rispetto a quelle” per il controllo per l’accesso al lavoro.

Green pass, anticipo dei controlli

Per far fronte a specifiche esigenze di natura organizzativa, come ad esempio quelle derivanti da attività lavorative svolte in base a turnazioni, o connesse all’erogazione di servizi essenziali, i soggetti preposti alla verifica del Green pass possono richiederlo ai lavoratori con l’anticipo strettamente necessario e comunque non superiore alle 48 ore, ciò anche in relazione agli obblighi di lealtà e di collaborazione derivanti dal rapporto di lavoro.

In altri termini è possibile per un’azienda chiederlo fino a 2 giorni prima. Per chi fa il tampone (per poi ottenere il Green pass) dovrebbe significare di fatto fare un tampone in più: poichè dopo le 48h la validità del tampone rapido scade. Se il tampone è quello molecolare vale 72 ore.

Green pass non arriva, sono validi i documenti cartacei

Il Dpcm prevede anche una importante semplificazione per coloro che non ricevono con puntualità il Green pass in modalità digitale.

“Nelle more del rilascio e dell’eventuale aggiornamento delle certificazioni verdi Covid-19 da parte della piattaforma nazionale Dgc, i soggetti interessati addetti ai controlli possono comunque avvalersi dei documenti rilasciati, in formato cartaceo o digitale, dalle strutture sanitarie pubbliche e private, dalle farmacie, dai laboratori di analisi, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta che attestano o refertano una delle 3 condizioni per il rilascio della certificazione verde (vaccinazione, tampone negativo o avvenuta guarigione).

RIPRODUZIONE RISERVATA – La riproduzione, su qualsiasi supporto e in qualsiasi forma, dei contenuti del presente articolo in violazione delle norme sul diritto di autore sarà segnalata all’Agcom per la sua immediata rimozione [Delibera n. 680/13/CONS 12/12/2013].

Resta aggiornato con noi. Unisciti alla nostra pagina Telegram cliccando qui. E’ gratis!

Non hai l’APP di Telegram? Scaricala gratuitamente cliccando qui.