Mancano poco più di 2 mesi per il ritorno alla Legge Fornero e si intensifica il dibattito politico per evitare lo scalone che dal 1° gennaio 2022 porterebbe all’uscita pensionistica con 67 anni di età.
Il Governo si è già detto disponibile a varare una mini-riforma, che dovrà fare i conti con le limitate disponibilità finanziarie delle casse statali.
Si era parlato nelle settimane scorse di un allargamento delle categorie lavorative che potrebbero beneficiare di Ape sociale, la misure che consente l’uscita anticipata per i lavori gravosi.
Tuttavia, secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore in edicola oggi il Governo potrebbero valutare con maggiore attenzione la proposta avanzata ieri dal Presidente Inps Pasquale Tridico durante un’audizione, che affiancherebbe l’Ape sociale che come detto riguarderebbe comunque lavori (e lavoratori) con requisiti più che altro ‘settoriali’.
L’ampliamento di Ape sociale, si legge, ”potrebbe essere affiancata da un altro intervento per attutire dal 2022 il ritorno integrale al regime introdotto dalla riforma Fornero (assorbendo anche alcuni dei provvedimenti adottati negli anni precedenti): l’anticipo della sola parte contributiva della assegno a partire dai 63-64 anni d’età con almeno 20 anni di versamenti”.
Dunque uscita con 63-64 anni di età anagrafica e 20 anni di età contributiva, quota 83 o 84, “una sorta di Ape contributiva“ scrive il quotidiano economico, nel senso che sarebbe comunque fondata sul requisito minimo dei contributi.
“Secondo le proiezioni dell’Inps – continua ’Il Sole’ – , ad usufruire di questo strumento potrebbero essere 50mila lavoratori il prossimo anno per poi salire a 66mila nel 2023“.
Il lavoratore accetterebbe di ricevere una pensione ridotta i primi anni, fino a che non viene raggiunta l’età di vecchia quando l’assegno sarà pieno:
“La pensione completa, compresa l’eventuale fetta retributiva, verrebbe erogata al raggiungimento della “soglia” di vecchiaia, mentre il trattamento anticipato sarebbe parzialmente cumulabile con redditi da lavoro dipendente e autonomo. L’Inps sostiene che si potrebbero prevedere anche «meccanismi di staffetta generazionale, legati anche a part time»”.
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