E’ solo l’obbligo di Green pass che ha spinto molti lavoratori ad usare il certificato di malattia per non andare a lavoro e non ‘correre il rischio’ di doversi vaccinare o fare il tampone ogni 48 ore? Oppure ci sono altre ragioni? Come l’aumentare dei malanni autunnali e – perchè no – anche dei contagi da Covid.
A soffermarsi su questo fenomeno è il quotidiano triestino Il Piccolo in edicola oggi:
“Boom di certificati medici per giustificare l’assenza dal lavoro nella settimana in cui è entrato in vigore l’obbligo di Green pass. Dall’8 al 18 ottobre, nei settori pubblico e privato, il numero giornaliero dei certificati medici ricevuti dall’Inps è più che raddoppiato. Sommando i dati registrati l’8, l’11, il 15 e il 18 ottobre, complessivamente, l’Inps ha ricevuto 12.953 certificati: 9.681 dai lavoratori privati, 2.955 dai dipendenti pubblici e 417 da altri. Si passa dai 1.399 assenti per malattia solo l’8 ottobre nelle aziende private ai 3.572 di lunedì scorso. Analoga la situazione negli uffici pubblici, dove le assenze per malattia dalle 418 registrate l’8 ottobre, lunedì scorso sono diventate 3.572. Considerato che in mezzo a questa forbice il dato resta altalenante, anche perché dall’11 al 15 il numero nel privato è sceso da 2.939 a 1.771 e nel pubblico da 888 a 505, l’istituto di previdenza usa prudenza nell’attribuire l’impennata all’obbligo di Green pass. Con l’autunno, del resto, è risaputo che il numero degli acciacchi aumenta, ma diventa difficile pensare che i cosiddetti malanni di stagione si siano evidenziati proprio immediatamente prima e immediatamente dopo l’obbligo del Green pass. L’impressione è che il certificato verde abbia indotto più di qualcuno a presentarsi dal medico impropriamente”.
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