C’è ancora tensione politica sul tema pensioni. Con la fine di Quota 100 il 31 dicembre 2021, negli ultimi mesi sono state avanzate diverse ipotesi per evitare un ritorno in toto alla legge Fornero, ma ancora non è stata presa nessuna decisione ufficiale. Il 19 ottobre, infatti, il governo ha approvato il Documento programmatico di bilancio, nel quale però non compare la riforma delle pensioni, e possiamo ben credere che si giungerà ad una soluzione definitiva solamente con il varo della Legge di Bilancio.
Il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, al termine del Consiglio dei Ministri, ha confermato che nei prossimi giorni si decideranno modalità e tempi delle modifiche del sistema pensionistico, ma per il momento la Lega ha espresso una “riserva politica” sull’ipotesi avanzata dal ministro dell’Economia Daniele Franco, il quale ha proposto di sostituire Quota 100 con Quota 102 nel 2022 e Quota 104 nel 2023.
Come abbiamo accennato, il ministro Franco ha proposto un pacchetto di riforme pensionistiche per assicurare un passaggio graduale dalla durata di due anni, per poi tornare alla Legge Fornero. Nello specifico, questo periodo di transizione consisterebbe nell’offrire per il 2022 la possibilità di uscita con 64 anni d’età e 38 anni di contribuzione ai lavoratori in parte o totalmente “retributivi”, che nel 2023 diventerebbe Quota 104 per 12 mesi, prima del ritorno al regime ordinario.
La possibilità di uscita a 64 anni d’età con 38 anni di contribuzione è di fatto una sorta di Quota 102, dal momento che per i soggetti che andranno interamente in pensione con il sistema contributivo (dunque per chi ha cominciato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995) è già previsto un canale di pensionamento anticipato con 64 anni. Nella proposta di Franco è compresa anche la proroga dell’Ape sociale, e potrebbero esserci deroghe per altre categoria dii lavoratori “precoci” e per i lavori usuranti.
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