Il ritorno alla Legge Fornero dal 1° gennaio 2022 mette in allarme il mondo del lavoro, i lavoratori e quindi anche i sindacati, che puntano ad una riforma complessiva del sistema pensionistico, con maggiore flessibilità per le uscite anticipate in particolare per i lavori cosiddetti ‘gravosi’ o ‘usuranti’.
Si sofferma sull’argomento e spiega le ragioni del ‘no’ del sindacato ad una legge che impone il pensionamento a partire dai 67 anni, il Segretario Generale della Cisl Luigi Sbarra in un’intervista pubblicata sul quotidiano Il Mattino in edicola oggi
Ma perchè la Fornero non vi convince?
“La legge Fornero contiene troppi elementi di rigidità, il primo dei quali è aver messo sullo stesso piano tutti i tipi di lavoro. Un criterio assurdo. Inaccettabile in un paese civile. Una cosa è l’attività di un professore universitario, un’altra è quella di un lavoratore edile, di un metalmeccanico o una maestra d’asilo. Non si può stare fino a 67 anni su una impalcatura o sotto il sole a 42 gradi a raccogliere i prodotti agricoli. Bisogna introdurre criteri di equità e lasciare alle persone il diritto di programmare il momento dell’uscita dal lavoro in modo da potersi godere il sacrosanto diritto alla pensione, che non è un lusso ma il frutto di tanti anni di sacrifici, di lavoro e contributi versati”.
Dunque secondo il sindacato per i lavoratori che svolgono mansioni usuranti, come gli agricoli e gli edili occorre trovare delle soluzioni alternative alla legge Fornero, per anticipare l’uscita pensionistica come già accade per 15 specifiche lavorazioni che il Governo sta valutando di ampliare: per approfondire clicca qui.
Foto credit: Ansa.it
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