ROMA – Niente sciopero generale contro la Manovra e in particolare contro quella parte del provvedimento che tiene ancora in piedi il sistema pensionistico della Legge Fornero.
I sindacati alla fine decidono di adottare la linea ‘soft’. “Abbiamo deciso poco fa unitariamente di avviare una campagna di mobilitazione con iniziative da realizzare nei territori, a livello regionale, nelle categorie, per sollecitare il Governo a convocarci e per accompagnare in Parlamento la fase di approvazione definitiva della legge, cambiandola, migliorandola, rendendola più equa, più sostenibile e più rispondete ai bisogno delle lavoratrici, dei lavoratori e dei pensionati”. Sono le parole pronunciate da Luigi Sbarra Segretario Generale della Cisl, che a margine di una iniziativa tenutasi a Catanzaro fa sapere che Cgil Cisl Uil hanno – per ora – rinunciato unitariamente alla forma di proteste più estrema, lo sciopero generale.
“Sulle pensioni – denuncia Sbarra – si continua ad andare avanti con misure tampone che ci accompagnano inesorabilmente verso la piena applicazione della legge Fornero. Ecco perché abbiamo detto al Governo che bisogna cambiare su queste misure, farlo subito. Stiamo sollecitando in queste ore – ha concluso – un confronto in modo particolare sui temi del lavoro, del fisco, delle pensioni”.
La protesta sindacale quindi rinuncia a ‘convocare’ la piazza anti-governativa e si sposta direttamente nelle aziende attraverso assemblee. “Abbiamo avviato una fase di articolazione delle iniziative sindacali con assemblee nei luoghi di lavoro perché – ha osservato Sbarra – vogliamo parlare con la nostra gente sul contenuto delle nostre piattaforme e delle nostre rivendicazioni e anche sul merito di una legge di stabilità che va cambiata e migliorata”.
Diversa e ferma, per ora, la posizione della Fiom, il sindacato dei metalmeccanici della Cgil che da due giorni ha già dichiarato di proclamare un pacchetto di 8 ore di sciopero (per approfondire clicca qui).
Che non si andasse dritti verso lo sciopero generale si sapeva già da almeno due giorni, con “la Cisl che – scrive il quotidiano il manifesto in edicola ieri – dava per scontato che la decisione unitaria fosse quella di mobilitazioni diversificate nei territori e nelle varie categorie con assemblee in tutti i luoghi di lavoro, rafforzando due appuntamenti già previsti: la manifestazione nazionale degli edili di sabato 13 novembre a piazza Santi Apostoli a Roma e quella dei pensionati con gli attivi unitari di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp – in manovra non c’è alcun aumento delle pensioni – sempre a Roma mercoledì 17”.
D’altronde lo stesso premier Mario Draghi, che avevo teso la mano per l’apertura di un tavolo sulle pensioni a partire da gennaio 2023, lo aveva in qualche modo previsto “Mi sembrerebbe strano uno sciopero vista la disponibilità del governo a discutere”.
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