Novità per la formula dell’uscita pensionistica Opzione donna arrivano con la Manovra approvata dal Governo lo scorso 28 ottobre e che la prossima settimana avvierà il suo iter parlamentare.
Prima di soffermarci sulle novità è bene ricordare che “Opzione donna” è un trattamento pensionistico calcolato secondo le regole del sistema contributivo (si calcola la pensione in base ai contributi versati) e che riguarda le sole lavoratrici dipendenti e autonome che hanno maturato i requisiti previsti dalla legge.
Per ottenere l’uscita pensionistica con Opzione donna le lavoratrici devono fare domanda e il diritto al trattamento pensionistico decorre dopo:
Le lavoratrici autonome che scelgono Opzione donna potranno continuare a svolgere la loro attività anche dopo il pensionamento, mentre le lavoratrici dipendenti devono cessare il rapporto di lavoro.
Il pensionamento anticipato, che riguarda solo le lavoratrici, sarà possibile con il calcolo dell’assegno fatto integralmente col metodo contributivo non più con 58 anni di età anagrafica e 35 anni di età contributiva (oltre 1 anno di finestra mobile se dipendente, 59 anni e 18 mesi di finestra se autonome), ma con 60 anni di età nel caso di una lavoratrice dipendente e 61 nel caso di una lavoratrice autonoma.
Oltre a questo requisito restano previste le finestre di uscita: con 61 anni se dipendente e 62 e mezzo se autonoma (ciò significa le dipendenti nate nel 1961 e le lavoratrici autonome nate del 1960).
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