Green pass obbligo nel 2022? Ecco fino a quando con proroga dello Stato di emergenza

Il Green pass è entrato nella nostra vita sociale e lavorativa la scorsa estate. Prima con l’obbligo per i pubblici esercizi (al chiuso), spettacoli, palestra, piscina, ecc., poi è stato reso obbligatorio per la scuola e i trasporti e infine in tutti i luoghi di lavoro dal 15 ottobre scorso.

Attualmente la normativa prevede la sua obbligatorietà fino al 31 dicembre 2021, in coincidenza con la scadenza dello Stato di emergenza.

Da giorni però, con la ripresa dei contagi, si discute di una proroga dello stato emergenziale anche nel 2022 – anche per tutti i ‘vantaggi’ sul lato della gestione della pandemia che comporta (clicca qui) – per cui è assai probabile che ci sarà una proroga della vigenza della certificazione verde.

Ma fino a quanto sarà prorogato? E poi, quali sono gli elementi che fanno capire che i provvedimenti saranno confermati anche nel 2022. Ecco quanto scrive la versione on-line de Il Sole 24 Ore:

“L’obbligo di esibire il green pass nella vita sociale e anche al lavoro accompagnerà quasi sicuramente gli italiani anche nel 2022, almeno fino a marzo ma più probabilmente fino all’estate. I numeri dicono che l’epidemia è già in risalita a inizio autunno e in prospettiva il certificato verde secondo il Governo può essere ancora molto utile per tenere a bada il virus durante i più temibili mesi invernali”.

Dunque, il futuro del Green pass è ormai legato alla vigenza dello Stato di emergenza. E quest’ultimo sembra essere qualcosa di cui il Governo non può fare a meno in questa fase. La conferma, secondo il quotidiano economico, viene anche dal fatto che il Governo nella Manovra per il 2022 approvata lo scorso 28 ottobre, ha stanziato circa 2 miliardi di euro per le attività ad esso correlate: lo stato di emergenza, infatti, è importante “per tenere in piedi la struttura commissariale guidata dal generale Figliuolo per consentirgli gli acquisti di vaccini e medicine (stanziati quasi 2 miliardi nella manovra) e procedere più facilmente con le terze dosi negli hub, oltre che per allungare la vita al Comitato tecnico scientifico”.

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