Veneto. I segretari di Cgil, Cisl e Uil: “Per la Zls indispensabili le infrastrutture”

«Il lavoro di squadra dimostrato, non da oggi, dai Comuni polesani coinvolti nella Zls è certamente un elemento positivo per vincere una sfida così importante, anche perché il nostro territorio ha particolare bisogno di fare sinergia, viste le dimensioni piccole e a volte piccolissime della maggior parte dei nostri Comuni. E’ condivisibile anche il sollecito nei confronti del governo che i sindaci hanno annunciato nel loro recente incontro, ma vanno ricordati anche i ritardi nella presentazione del piano di sviluppo strategico, annunciata a primavera ed avvenuta in piena estate. Ed è positivo il coinvolgimento del Comune capoluogo, tenendo conto che a Rovigo hanno sede gli enti di formazione, le scuole, ma soprattutto l’interporto, strategico per la Zls, che dovrebbe valorizzare il ruolo di “retroporto” nei confronti del porto di Marghera. Per tutte queste ragioni siamo stati noi i primi, già all’inizio dell’estate dello scorso anno, a chiedere alla Regione Veneto e a segnalare alla stessa Confindustria che, sebbene non coinvolto nella Zls, il Comune di Rovigo non poteva essere tenuto fuori dal piano strategico. 
Rimangono tuttavia alcune perplessità rispetto a quanto emerso in occasione dell’incontro tra Comuni e Confindustria Venezia Rovigo. Non siamo così certi che le facilitazioni previste dalla Zls, come le agevolazioni di natura fiscale, il credito d’imposta e le semplificazioni amministrative, da sole siano sufficienti a dare concretezza alla Zls. Per attirare investimenti è invece necessario realizzare le infrastrutture che ancora mancano e che renderebbero vantaggioso per le aziende un insediamento nel nostro territorio. Pensiamo a quanto si dovrebbe fare per la realizzazione della via d’acqua per il collegamento al porto e il potenziamento della rete ferroviaria, indispensabili per ridurre l’impatto ambientale, decisamente pesante se tutte le merci dovessero spostarsi solo su gomma. Il potenziamento di queste infrastrutture è fondamentale, se si considera che tra il retroporto e il porto ci sono 80/90 chilometri, e deve procedere di pari passo con lo sviluppo delle infrastrutture digitali, decisive perché le aziende possano insediarsi nel nostro territorio grazie alla Zls.
Di lavoro da fare ce n’è ancora tanto perché le aspettative di chi attende un incremento importante di posti di lavoro sul territorio siano fondate. C’è del lavoro da fare soprattutto sulle grandi incompiute del Polesine: come abbiamo detto, la via d’acqua e la rete ferroviaria su cui dovrebbero viaggiare le merci. Per la realizzazione di queste infrastrutture servono investimenti che vanno ben al di là di quelli previsti dalla Zls. Per programmare interventi di questa portata, riteniamo indispensabile che, come abbiamo chiesto più volte, tutti gli attori del territorio, da quelli istituzionali, politici alle parti sociali, ognuno per la propria parte, si riuniscano intorno a un tavolo e si confrontino sulle priorità per l’attuazione del piano di sviluppo strategico e sulle pressioni da esercitare nei confronti della Regione e del governo per la realizzazione di quelle strutture che altrimenti rischierebbero di vanificare i progetti legati alla Zls e di far perdere un’occasione unica a tutto il territorio».

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Fonte: cisl.it