Banche. Colombani (First Cisl):  “La produttività spinge le commissioni sempre più in alto. Attenzione ai rischi per lavoratori e clientela”

Sono le commissioni nette a trainare i bilanci dei maggiori cinque gruppi bancari italiani (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Mps, Bper). Nei primi nove mesi dell’anno la loro crescita (+ 11,3%) ha spinto in alto i ricavi operativi (+4,7%), che hanno beneficiato del forte incremento della produttività. Questo il quadro delineato dall’analisi dell’ufficio studi di First Cisl sui conti del terzo trimestre 2021 (qui lo studio integrale).

Produttività sempre più alta

Il balzo delle commissioni nette è avvenuto nonostante il ridimensionamento della presenza territoriale e dell’occupazione, che chiaramente non facilita le relazioni con la clientela. La riduzione delle filiali e dei dipendenti è stata rispettivamente dell’8,3% e del 4.3%.

Il valore del margine primario pro capite segna un aumento del 6,8% e il risultato di gestione pro capite cresce in doppia cifra (+ 15,9%). L l’indicatore di efficienza cost/income scende al 54,1% dal 56,7% registrato nei primi nove mesi dello scorso anno. E’ un dato di assoluto rilievo nel panorama europeo.

La dinamica della produttività è chiaramente confermata dai dati patrimoniali. Il prodotto bancario aumenta del 3,7% (il prodotto bancario pro capite sale del 6,5%) rispetto al dato di chiusura del 2020, nonostante i finanziamenti alla clientela si siano ridotti dell’1,2 %, presumibilmente a causa delle scorte di liquidità predisposte dalle imprese nel 2020 per effetto anche dei finanziamenti garantiti. La raccolta indiretta cresce dell’11,4%, con un aumento del risparmio gestito del 9,9%, che ha contribuito decisamente al balzo delle commissioni.

Calano rettifiche e Npl

La progressiva scadenza delle moratorie sui prestiti alla clientela non sta determinando perdite sui conti economici e peggioramenti significativi della qualità del credito. L’incidenza delle rettifiche sui crediti sul totale dei proventi operativi si abbatte dal 22% al 10,1%, con una quota di crediti deteriorati sul totale dei crediti alla clientela al netto delle svalutazioni che si riduce al 2,3% rispetto al 2,5% con cui si è chiuso il 2020.

La forte ripresa dell’economia quest’anno e negli anni successivi potrebbe consentire di contenere il peso dei crediti deteriorati e di conseguenza delle relative svalutazioni poste a carico dei conti economici, permettendo alle banche di beneficiare ulteriormente della redditività della gestione.

Più credito per aumentare gli investimenti

La corsa delle commissioni un rischio per lavoratori e clientela

“Ci sono le condizioni economico-patrimoniali affinché i maggiori gruppi bancari possano sostenere un aumento dei finanziamenti alle imprese a supporto della ripresa degli investimenti privati e per finanziare i crescenti fabbisogni delle imprese coinvolte nella realizzazione degli investimenti pubblici del Pnrr – commenta il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani – Nuovi tagli alle reti delle banche sui territori vanno invece in senso contrario a questo obiettivo, riducendo la capacità di cogliere i frutti di un quadro economico decisamente favorevole e la possibilità per il sistema bancario di contribuire a realizzare gli stessi obiettivi del Pnrr, tra cui il rilancio delle economie locali più in difficoltà, specie quelle del Mezzogiorno. E’ indispensabile inoltre che gli obiettivi di ulteriori aumenti delle commissioni, per le ripercussioni sui lavoratori bancari, già sottoposti a pesanti pressioni commerciali, e sul rapporto con la clientela, si realizzino in un quadro di sostenibilità, mostrando coerenza con i criteri Esg. Peraltro – conclude Colombani – la probabile ripresa dei tassi promette di aumentare il margine d’interesse e di portare ulteriori utili nelle casse delle banche”.

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Fonte: cisl.it