Braccianti agricoli introvabili per la raccolta di agrumi e olive in Calabria. A gettare il grido d’allarme è l’associazione delle imprese agricole di Cosenza secondo quanto raccolto dal quotidiano on-line lacnews24.it:
”Le imprese agricole associate hanno denunciato l’aggravarsi della situazione – dichiara Confagricoltura Cosenza – , specialmente con l’incedere della stagione dedicata alla raccolta degli agrumi e delle olive. «Si è ripresentata la difficoltà di reperire maestranze a causa delle restrizioni e dei condizionamenti dettati dall’emergenza sanitaria – si legge in una nota -. Più di un terzo dei lavoratori agricoli occupati annualmente nella nostra provincia sono stranieri equamente suddivisi tra comunitari (prevalentemente romeni e bulgari) ed extracomunitari. Molti non sono vaccinati o hanno ricevuto vaccini ancora non riconosciuti dalle autorità sanitarie europee»”.
Dunque uno dei problemi è l’assenza dei decreti che favoriscono l’ingresso della manodopera straniera, oltre che ai problemi legati al possesso del Green pass lavoro come denunciato nelle scorse settimane dagli imprenditori agricoli di altri territori.
“L’Unione degli Agricoltori di Cosenza lamenta che per il 2021 «manca ancora l’emanazione del D.P.C.M. per la determinazione delle quote annuali di cittadini stranieri da ammettere in Italia per motivi di lavoro, mentre le quote previste per il 2020 non sono state ancora pienamente assegnate». Ne consegue che circa 7000 imprese agricole del cosentino, che occupano manodopera per oltre 3 milioni di giornate lavorative, con il perdurare della situazione «rischiano la compromissione delle proprie attività, con ricadute sociali molto pesanti»“.
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