“Ciascuno deve fare la sua parte nella battaglia contro i femminicidi ed ogni forma di violenza, unendo uomini e donne per una giusta causa, accogliendo l’invito di Papa Francesco a batterci contro ogni intimidazione, per la libertà e la piena dignità di tutte le donne”. È quanto sottolinea il Segretario Generale della Cisl, Luigi Sbarra, in un editoriale su Conquiste del Lavoro in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. “Le molestie, i ricatti e le altre forme di intimidazioni nei confronti delle donne sono un fenomeno molto più diffuso di quanto non si pensi. Tante le vittime di cui non si parla, migliaia di donne senza un volto che hanno subito nel corso della vita forme gravi di violenza, soprusi, discriminazioni”, aggiunge il leader Cisl. “Se si è donne è ancora molto complicato far rispettare i propri diritti in tutti i contesti: sociali, lavorativi e familiari. Sappiamo bene che il lavoro rimane la prima forma di emancipazione e riscatto, ma gli investimenti non sono sufficienti: mancano strumenti di protezione e di assistenza per un concreto reinserimento socio-lavorativo di chi è vittima di soprusi. I ritardi rispetto agli altri paesi europei sono siderali, nonostante in Italia ci siano più donne laureate rispetto agli uomini. Gli sgravi fiscali specifici per favorire le assunzioni di lavoratrici, soprattutto nel sud, sono troppo deboli, non si fa abbastanza per il sostegno alla maternità ed al lavoro di cura, scarseggiano gli asili nido, i servizi socio – assistenziali, i centri di ascolto. La violenza si annida spesso nelle frustrazioni di una precarietà infinita, nel divario salariale tra uomini e donne, nei part – time involontari, nel sovraccarico di lavoro domestico. Le discriminazioni di genere, il mobbing, il sessismo sono spesso l’anticamera di fenomeni di degenerazione gravi. Ecco perché spetta anche al sindacato fronteggiare e denunciare queste forme di violenza, continuando e rafforzando la nostra opera quotidiana, attraverso la contrattazione nazionale ed aziendale e con la rete dei servizi sui territori, per un cambiamento sociale e culturale che metta al centro la tutela della persona, a partire dai luoghi di lavoro. Bisogna migliorare i processi educativi, spiegare fin dall’infanzia che il rispetto reciproco tra uomini e donne è il fondamento di una comunità. Questo è uno dei compiti che la scuola italiana deve assumere come una priorità, coinvolgendo in questa azione pedagogica le espressioni migliori della società. È una questione di civiltà. Bisogna saper costruire le condizioni per una alleanza vera tra le istituzioni, la società civile, le associazioni, la scuola, l’università, il mondo dell’informazione”, conclude Sbarra.
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Fonte: cisl.it