“Il 25 novembre è una giornata che deve costituire un momento di riflessione sul preoccupante fenomeno e, per ciò che ci riguarda, ribadire l’impegno della Cisl Puglia nel contrasto ad ogni forma di violenza, sia fisica che psicologica, nonché ogni forma di discriminazione e sopraffazione sulle donne”. E’ quanto si legge in una nota della Cisl Puglia che così prosegue: “I dati Istat del secondo trimestre del 2021 mostrano come, malgrado un lieve calo delle vittime rispetto allo stesso periodo del 2020, le richieste di aiuto pervenute al 1522, numero telefonico di pubblica utilità contro la violenza sulle donne e lo stalking, siano purtroppo aumentate. Le chiamate sono state 8.508 (+6,7% rispetto al 2020), le vittime 4.243 (-1,5%). In Puglia per fortuna si è registrata una sensibile riduzione rispetto allo stesso periodo del 2020. Il dato tuttavia non è confortante, poiché poche telefonate non significa automaticamente il calo degli episodi, anzi potrebbe significare paura di denunciare. Come Cisl Puglia continuiamo a sostenere che è necessario tenere accesi i riflettori su questo fenomeno 365 giorni all’anno in ogni contesto lavorativo e sociale. Non basta inasprire solo le condanne per i colpevoli e velocizzare le procedure penali contro i femminicidi. Occorre assieme alle Istituzioni, alle Associazioni qualificate, incentivare percorsi destinati alle donne, sole o con minori, per permettere loro quantomeno un avvio al percorso di riacquisizione dell’autonomia personale e sociale in modo da poter, per esempio, garantire la continuità scolastica per i figli specie se minori. Noi crediamo fermamente entri in gioco la grande opportunità del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, tramite la missione 4 che prevede più asili nido per incentivare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro; tra le priorità trasversali c’è proprio la parità di genere e le pari opportunità. La risposta forte a questa piaga è quindi nella prevenzione, attuata solo attraverso l’educazione a scuola, nella famiglia, in ogni contesto di aggregazione. Educazione è sinonimo di non essere indifferenti a questo drammatico fenomeno. C’è bisogno di formazione culturale che realizzi finalmente nuovi comportamenti del vivere civile. Le parole possono fare molto male, ma in genere non uccidono. L’indifferenza sì”.
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Fonte: cisl.it