Braccianti agricoli, dal 2022 doppia riduzione al reddito: taglio Bonus 100€ (ex Renzi) e assegni familiari

La riforma dell’Irpef dal 2022 e dell’Assegno unico penalizzeranno i braccianti agricoli, precari e altre categorie di lavoratori a basso reddito.

Lo mette bene in luce il Segretario Generale Uila-Uil Stefano Mantegazza che durante un convegno a Taranto ha svolto alcune considerazioni:

”I braccianti e tutti i lavoratori precari subiranno una decurtazione ulteriore dei loro bassi redditi a causa della riforma degli assegni familiari che entrerà in vigore l’anno prossimo e, a quanto sembra dalle prime simulazioni, non beneficeranno di alcun vantaggio dalla riforma dell’Irpef”.

Un vero e proprio impoverimento per queste già deboli categorie lavorative, a causa di una ‘somma’ di interventi riformatori che non faranno altro privare i lavoratori delle loro poche certezze.

Col taglio del trattamento integrativo noto anche come Bonus Irpef 100 euro – ex Bonus Renzi (lo prevede l’accordo politico raggiunto tra le forze politiche del Governo: clicca qui) i lavoratori vedranno ridursi la disponibilità economica fino a 1.200 euro sui redditi da lavoro dipendente. E stiamo parlando di quegli scaglioni di reddito il cui prelievo fiscale non subirà alcun mutamento: per coloro che hanno un reddito fino a 15mila euro il prelievo fiscale viene infatti confermato al 23%.

Inoltre con l’introduzione dell’Assegno unico e universale per i figli non riceveranno più gli Assegni familiari né le detrazioni fiscali per i figli a carico (questo, si badi, vale per tutti). Insomma una vera e propria penalizzazione rispetto alla quale il sindacato chiederà al Governo di fare dietrofront prima del varo finale del provvedimento.

Le famiglie dei braccianti con figli minori a carico, in particolare” spiega Mantegazza “a parità di reddito guadagneranno meno dei percettori di reddito di cittadinanza, dovendo pagare tasse e contributi a differenza di questi ultimi. La Uila, da sempre impegnata per difenderli e tutelarli contro le violazioni e gli abusi, chiede e pretende oggi da parte della politica un maggior rispetto nei confronti dei lavoratori agricoli che durante la pandemia non si sono mai fermati e hanno continuato a lavorare per portare cibo sulle tavole dei consumatori; rispetto e considerazione, che al contrario, sono progressivamente venuti meno”.

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