Si è concluso con un mancato accordo l’incontro in prefettura a Modena tra le organizzazioni sindacali Fp Cgil e Cisl Fp con l’Unione Comuni Modenesi Area Nord, convocate a seguito dell’apertura dello stato di agitazione dei lavoratori.
«L’intesa non è stata raggiunta a causa della posizione dell’amministrazione, che ha confermato la volontà di tagliare capacità assunzionali e salario accessorio per il personale dell’Unione», spiegano Veronica Marchesini (Fp Cgil Modena) e Sabrina Torricelli (Cisl Funzione pubblica Emilia Centrale).
La contesa tra Ucman e sindacati si è aperta nel momento in cui l’Unione ha deciso di trasferire, oltre al legittimo personale che passerà al Comune di Mirandola, anche capacità assunzionali.
«L’Unione ha gravi carenze di organico – riprendono Marchesini e Torricelli – Si registrano disagi in vari settori e ci sono molti precari. L’Unione, anziché programmare un pacchetto di assunzioni per permettere ai servizi di funzionare, ha deciso di tagliare la capacità assunzionale, trasferendola impropriamente al Comune di Mirandola, sebbene quest’ultimo abbia tutte le possibilità di assumere ai sensi della normativa vigente, oltre al personale che incamera con i trasferimenti».
Come se non bastasse ai lavoratori dell’Unione verrà tagliato il fondo del salario accessorio, con ricadute anche economiche già dal 2022, che si sommano agli arretrati non riconosciuti da oltre un anno.
«Riteniamo che la situazione sia sfuggita di mano a qualcuno, con il rischio di gravi conseguenze per la sopravvivenza stessa dell’Ucman – dicono le due sindacaliste Cgil e Cisl –
Non si capisce perché l’Unione si privi di capacità assunzionale, quando ne avrebbe bisogno come l’aria. Con questa decisione si rischia l’esternalizzazione di servizi e si violano gli accordi di costituzione dell’Unione del 2006».
Per questo i sindacati decideranno insieme ai lavoratori le iniziative da mettere in campo a tutela dell’occupazione e dei servizi. Non sono escluse azioni legali.
Continua a leggere qui
Fonte: cisl.it