Metalmeccanici. SaGa Coffee, Benaglia (Fim Cisl): “Lottiamo per ridare futuro industriale e occupazione a un territorio di montagna”

Oggi il Segretario generale della Fim Cisl Roberto Benaglia è in presidio con le lavoratrici e i lavoratori della SaGa Coffee di Gaggio Montano in provincia di Bologna. 

I lavoratori dal 4 novembre scorso sono in presidio fuori i cancelli dello stabilimento ex-Saeco (oggi di proprietà del gruppo bergamasco Evoca produttore di macchine da caffè con stabilimenti in tutt’Europa) dopo l’annuncio da parte del Gruppo, di chiudere lo stabilimento dell’Appennino bolognese entro il 31 marzo 2022 e trasferire tutte le attività in Spagna, Romania e Valbrembo.

“Le aziende hanno una responsabilità sociale  – ha detto il Segretario generale Fim Benaglia – non possiamo più tollerare che abbandonino siti e territori senza lavorare ad una soluzione lavorativa alternativa come avviene in tutt’Europa. E sempre più urgente – precisa Benaglia – che il nostro Paese si doti di una norma  per piani sociali in casi di riorganizzazione.

Ora bisogna che tutti gli attori di questa vertenza – a partire dal Gruppo Evoca – facciano la loro parte per agevolare e accompagnare questa vertenza verso una soluzione lavorativa che tuteli tutti i 220 lavoratori, di cui ricordo 170 donne,  nel più breve tempo possibile.

Per questo territorio dell’Appennino – continua Benaglia – quest’azienda è di vitale importanza per le  famiglie direttamente interessate dalla vertenza ma anche per tutta l’economia della zona, quindi è fondamentale trovare una soluzione, e per farlo serve la collaborazione attiva di tutti i soggetti coinvolti nella vertenza. Il sindacato è pronto.  Ora ci aspettiamo che il confronto con il potenziale nuovo acquirente annunciato dalla Regione a fine novembre maturi entro questi giorni per aprire subito il confronto sindacale e approdare entro il mese di dicembre ad una soluzione positiva della vertenza.  Lo dobbiamo – conclude – alla tenacia di queste donne straordinarie che da giorni sono in presidio per difendere il loro lavoro.

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Fonte: cisl.it