Mentre il sindacalismo di base ieri ha sfilato con 25 diverse manifestazioni in tutta Italia unite nel dire ‘no’ alle politiche sociali del Governo Draghi, sono ore calde per la decisione dei sindacati confederali di proclamare uno sciopero generale.
All’appuntamento ha già detto che non si presenterà la Cisl. Il sindacato di Via Po ha un visione diversa dalla Cgil e pensa che alla piazza occorra preferire il dialogo continuo con il Governo per orientare la scelte politiche a favore di lavoratori e pensionati. A far da ago della bilancia sarà probabilmente la Uil che, al momento non ha preso alcuna decisione e che probabilmente la prenderà (sull’eventuale sciopero) nelle prossime ore.
A dedicare spazione all’argomento è l’edizione odierna del quotidiano il manifesto in edicola:
“Sul fronte dei confederali invece ieri l’unico a parlare è stato ancora il segretario della Cisl Luigi Sbarra che in un’intervista al Corriere ha definito «segnale incoraggiante» quello arrivato dal governo. «Apprezziamo – afferma Sbarra – che il governo abbia deciso di concentrare il taglio dei contributi da 1,5 miliardi sui lavoratori dipendenti con redditi fino a 35 mila». Riguardo al taglio dei benefici per i redditi più alti bocciato da destra e Italia viva in Consiglio dei ministri, per Sbarra «l’importante, comunque, è che alla fine il governo abbia trovato in altro modo le risorse aggiuntive contro il caro-bollette». Sulla posizione della Cgil, Sbarra commenta: «Non parlerei di divisioni ma di sensibilità e valutazioni diverse», «non vedo ragioni di merito per proclamare una mobilitazione generale». Domani l’esecutivo della Uil deciderà se appoggiare la richiesta di sciopero generale della Cgil o mantenere una mobilitazione blanda”.
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