Ape sociale dopo 30 anni di contributi per i lavoratori edili. Lo prevede un emendamento alla Legge di Bilancio all’esame del Senato che, se approvato, consentirebbe dal 2022 ai lavoratori edili di accedere all’anticipo pensionistico con un periodo più corto di contribuzione.
Lo mette in rilievo il quotidiano Il Messaggero in edicola oggi:
“L’accordo politico c’è e lo stesso ministro del Lavoro Orlando si è detto convinto che la novità, molto attesa, possa andare in porto. Con un emendamento alla legge di Bilancio dovrebbe essere ridotto da 36 a 30 anni il requisito contributivo richiesto agli operai edili per poter lasciare il lavoro a 63 anni con la formula dell’Ape sociale. In pratica per questa categoria si creerebbe una sorta di “Quota 93”, proprio mentre per la generalità dei lavoratori (al momento solo per il 2022) vengono aggiunti due anni al meccanismo di Quota 100. Il pensionamento anticipato applicato in via sperimentale a partire dal 2019 non è mai stata un’opzione effettivamente praticabile per la grande maggioranza dei lavoratori dell’edilizia: 38 anni di contributi sono troppi da mettere insieme in un settore flagellato soprattutto in questi ultimi anni, prima della crisi pandemica, dall’incertezza occupazionale”.
La proposta di modifica alla legge di Bilancio è stata avanzata dal PD Antonio Misiani. Occorrerà verificare dove porterà il dibattito politico nei prossimi giorni e se ci sarà spazio (soprattutto finanziario, perchè l’anticipo pensionistico pesa sul Bilancio statale) per l’approvazione del ‘super’ anticipo pensionistico per i lavoratori edili.
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