Mazzata in arrivo per i titolari di reddito da lavoro dipendente o assimilati (come i percettori NASpI) fino a 25mila euro.
Il Governo ha reso noto, ieri, i conteggi degli effetti del doppio taglio sul prelievo fiscale e sui contributi a partire dal 2022. Ai quali però va aggiunto l’Assegno unico e universale che spetterà da marzo 2022 in sostituzione degli Anf e degli assegni familiari. Il tutto ‘condito’ con la soppressione definitiva dell’Ex Bonus Renzi, noto anche come trattamento integrativo o bonus Irpef di 100 euro.
ll risultato è quello visibile in questo stralcio di tabella rielaborata dal quotidiano Il Messaggero in edicola oggi sulla base dei dati divulgati dal Ministero dell’Economia e Finanze:
Nella simulazione le famiglie monoreddito con 1 oppure 2 figli a carico che si attestano su 10mila euro, avranno aumenti mensili da 44,83 euro oppure 99 euro mensili. Che vanno da 537,96 euro annui a 1.188 annui. Un vantaggio? Certamente no se si considera che con il Bonus ex Renzi – che, come visto, sarà soppresso – attualmente viene garantito in tutti questi casi 1.200 euro netti annui, più Assegni al nucleo familiare (Anf), più detrazioni per figli a carico.
Un perdita che si può stimare essere tra i 700 e gli 800 euro annui per chi – nell’esempio riportato da Il Messaggero – avrà un ‘aumento’ di soli 44,83 euro mensili. Ma lo stesso vale per chi – sempre seguendo questa tabella – avrà un aumento mensile di 39 euro, 36,50 euro e così via. Anche Il Sole 24 Ore di alcuni giorni fa era arrivato alla stessa conclusione anticipando circa 800 euro di taglio: clicca qui.
L’«errore» dal punto di vista della comunicazione governativa sta nel chiamarli ‘aumenti’. Perchè di aumenti non si tratta, considerato che per tutti coloro che attualmente hanno un reddito fino a 28mila euro bisogna fare i conti con la soppressione dell’Ex Bonus Renzi (si applica infatti a questa fascia di reddito). Un Bonus che fa partire da un’evidente situazione di vantaggio attuale che torna a galla ogni qual volta si fanno i calcoli.
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