Cambiano le regole per lo smart working nel settore privato. È stato raggiunto l’accordo tra il Governo e le parti sociali sul Protocollo nazionale contenente linee di indirizzo per la contrattazione collettiva sul lavoro agile nel settore privato.
Vediamo tutte le novità
Per chi vuole continuare ad adottare la tecnica del lavoro agile anche dopo la fine della fase emergenziale, il Protocollo definisce le linee guida alle quali sia datori di lavoro che lavoratori dovranno attenersi. Ecco di seguito le principali:
Inoltre, il Protocollo stabilisce che anche ai lavoratori in smart working verranno riconosciuti i buoni pasto allo stesso modo di un lavoratore che esegue la propria prestazione presso il luogo di lavoro.
È il lavoratore a poter scegliere qualsiasi luogo nel quale effettuare la propria prestazione lavorativa in modalità agile. Tuttavia, il luogo scelto deve avere le caratteristiche tali da consentire al lavoratore la sua prestazione in condizioni di sicurezza e riservatezza.
In linea generale è il datore di lavoro che fornisce al lavoratore tutta la strumentazione tecnologica necessaria alle prestazioni lavorative, al fine di assicurare al lavoratore strumenti idonei e sicuri per l’accesso ai sistemi e ai dati aziendali.
Per quanto riguarda i permessi, così come nel caso di un lavoratore in presenza, il lavoratore in smart working può richiedere permessi orari secondo quanto previsto dai contratti collettivi.
Nel caso degli straordinari, invece, salvo diverse disposizioni, questi non possono essere autorizzati nei giorni in cui il lavoratore lavora in smart working.
A chi lavora in smart working si applicano gli stessi obblighi di salute e sicurezza sul lavoro delle prestazioni rese all’esterno dei locali aziendali. Inoltre, il lavoratore ha diritto alla tutela contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, dipendenti da rischi connessi alla prestazione lavorativa resa all’esterno dei locali aziendali.
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