Secondo quanto previsto dal decreto Rilancio del 2020 i percettori di sussidi di sostegno al reddito possono stipulare un contratto di 30 giornate lavorative nel settore agricolo senza andare incontro alla perdita dei sussidi percepiti.
La novità di questo decreto dell’emergenza, ancora in vigore, è che si può conservare il diritto al sussidio nel caso si accetti di lavorare nel settore agricolo. Un incentivo del Governo per favorire l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro in un settore in cui la manodopea scarseggia sempre di più.
La disposizione è stata poi estesa fino al 31 dicembre 2021 dal decreto Sostegni bis, prevedendo un’ulteriore proroga qualora lo stato d’emergenza dovesse essere esteso anche al 2022, e fino al termine dello stesso. La proroga dello Stato di emergenza è stata nel frattempo decisa dal Governo e portata al 31 marzo 2022.
Prima ancora di questa decisione politica – estremamente importante che conferma anche il beneficio nel lavoro agricolo – l’Inps con il messaggio n. 4079 del 22 novembre 2021 aveva dato tutte le indicazioni necessarie. Vediamole insieme.
Il decreto Rilancio prima e il decreto Sostegni bis poi ha previsto per le persone in gravi difficoltà economiche e momentaneamente senza lavoro (anche in cassa integrazione) di poter stipulare con i datori di lavoro del settore agricolo contratti di lavoro dalla durata di massimo 30 giorni ma rinnovabili per ulteriori 30 e nei limiti di 2.000 euro in un anno senza perdere i propri sussidi.
Di queste 30 giornate si considerano le giornate di lavoro effettivo e non la durata in sé del contratto. Sarà quindi il diretto interessato a comunicare all’Inps le giornate in cui lavorerà tramite il classico modello NASpI-Com, nel caso sia percettori NASpI.
Inoltre, se questi contratti rimangono nel limite di reddito di 2.000 euro in un anno non comportano la perdita o la riduzione dei sussidi erogati ai beneficiari in questione. In caso contrario, le prestazioni di disoccupazione erogate ai beneficiari saranno sospese.
La contribuzione maturata con questo lavoro sarà poi utile ai fini di eventuali successive prestazioni di disoccupazione, sia in termini di requisiti richiesti per ottenere la NASpI, sia in termini di durata della nuova disoccupazione.
Questo provvedimento è indirizzato ad una categoria di beneficiari ben specifica, si tratta di:
Questa misura, come detto, a seguito della proroga dello stato di emergenza al 31 marzo 2022 è da intendersi valida fino a questa data.
Per tutto questo periodo, dunque, i percettori di NASpI, DIS-COLL, ma anche del reddito di cittadinanza o Cig, potranno lavorare nel settore agricolo senza perdere il proprio sussidio, ma anzi, nei casi sopra elencati, andrebbe ad incidere poi sulla durata della prestazione NASpI, di fatto allungandola nel tempo.
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