Manovra 2022, novità licenziamenti bloccati fino ad aprile: ecco perchè

Licenziamenti bloccati fino ad aprile. Lo prevede una delle nuove norme previste dalla Legge di Bilancio 2022 introdotte dal Governo con il maxi-emendamento approvato il 23 dicembre scorso al Senato.

Si tratta di una disposizione introdotta nell’ambito delle cd. Norme anti-delocalizzazioni ma che si applica in tutti i casi, ma con riguardo ai siti produttivi che occupano più di 250 dipendenti, compresi dirigenti e apprendisti. Di fatto è una norma salva lavoratori delle aziende di medio-grandi dimensioni.

La norma non è esattamente un divieto di far uso della disciplina dei licenziamenti, come accaduto fino a giugno 2021, ma semplicemente stabilisce che chi vuole ridurre l’organico a gennaio dovrà obbligatoriamente inviare una comunicazione ai dipendenti interessati 90 giorni prima che scatti formalmente la risoluzione del rapporto di lavoro.

Tradotto: chi riceve la lettera a gennaio non può essere licenziato fino ad aprile. Di fatto equivale ad un allungamento del periodo in cui si mette il lavoratore a conoscenza dell’intenzione di cessare il rapporto. In mancanza di questa comunicazione, il licenziamento – individuale o collettivo che sia – deve essere ritenuto nullo.

La comunicazione del licenziamento deve essere trasmessa per iscritto non solo ai diretti interessati ma anche alle rappresentanze sindacali aziendali o unitarie (le cosiddette Rsa e Rsu), alle sedi territoriali delle associazioni sindacali di categoria più rappresentative a livello nazionale, alle Regioni interessate, all’Anpal e ai ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico. In base alla norma l’obbligo scatta nel momento in cui l’imprenditore intende «procedere alla chiusura di una sede, filiale, ufficio, stabilimento o reparto autonomo situato nel territorio nazionale, con cessazione definitiva della relativa attività con licenziamento di un numero di lavoratori non inferiore a 50».

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