Lo scorso maggio con il Decreto Sostegni bis entrava in vigore una norma apparentemente ‘buona’ ma dagli effetti a lungo termine ‘non piacevoli’ per i percettori NASpI.
Veniva infatti sancita la sospensione del décalage della NASpI a partire dal 1° giugno.
Vale a dire per le prestazioni in pagamento dal 1° giugno 2021 veniva sospesa fino al 31 dicembre 2021 l’applicazione del meccanismo della riduzione dell’importo NASpI del 3% mensile che si applica dal quarto mese in poi.
Anche se decorrente dal 1° giugno 2021, la sospensione si è iniziata a vedere solo qualche mese più tardi, dopo il mese di agosto. In particolare a settembre i percettori NASpI hanno iniziato a vedere la restituzione degli importi nel frattempo rimasti nella mani dell’Inps.
La sospensione della riduzione del 3% dell’indennità NASpI per tutta la seconda parte del 2021 ha riguardato:
In pratica la sospensione della riduzione – di fatto un piccolo aumento dell’indennità – ha riguardato tutti, fuorché coloro che hanno iniziato a percepire la NASpI da ottobre: per loro il 4° mese in cui inizia il taglio si colloca dopo il mese di dicembre 2021, quando la sospensione non ha più efficacia.
Dunque, escludendo questi ultimi beneficiari ‘ottobrini’, la riduzione dall’indennità NASpI riguarderà tutti gli altri a partire da gennaio 2022. Ma perchè?
Il motivo di questa ‘restituzione’ di quanto percepito in più durante i mesi da giugno a settembre 2021 è scritto nel decreto e confermato nella sua Relazione Illustrativa: dal 1° gennaio 2022 i beneficiari delle riduzioni maturate nel periodo che va dal 1° giugno 2021 al 31 dicembre 2021 sono tenuti a restituire gli importi all’Inps.
Ecco quanto si legge nella Relazione illustrativa che accompagna il ‘Sostegni bis’:
“Allo scadere del periodo indicato e cioè a decorrere dal 1° gennaio 2022, le riduzioni nel frattempo “maturate” (3% per ogni mese a partire dal quarto) e non applicate nel periodo intercorrente tra la data di entrata in vigore del presente decreto e il 31 dicembre 2020 vengono applicate tutte insieme contestualmente“.
In altri termini dal 1° gennaio 2022 l’importo della Naspi ancora in godimento verrà “ridotto in misura pari alla somma delle riduzioni non applicate nel periodo di sospensione”.
Insomma i percettori NASpI dovranno restituire il 3% percepito (provvede Inps trattenendo l’importo corrispondente) e in più si vedranno ridurre l’indennità di un ulteriore 3%.
In altri termini dal 1° gennaio 2022 l’importo della Naspi ancora in godimento verrà “ridotto in misura pari alla somma delle riduzioni non applicate nel periodo di sospensione”.
In queste primi giorni dell’anno molti percettori sono in attesa di visualizzare le lavorazioni dei pagamenti. Tuttavia – e almeno per il momento – nulla si vede sul Cassetto previdenziale.
Il motivo potrebbe essere racchiuso in questo breve quanto esplicito messaggio Inps inviato ad alcuni nostri lettori percettori di NASpI:
Insomma sembrerebbe che Inps in questa settimana non procederà con le disposizioni di pagamento per chiusura della contabilità pubblica. Tutto sembra quindi essere rinviato alla prossima settimana, dal 10 gennaio 2022 come già visto in questo nostro articolo: per approfondire clicca qui.
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