Proroga Cig Covid in arrivo, solo per Turismo e questi settori artigiani?

Si avvicina la data in cui sarà adottato il prossimo decreto Sostegni. Un decreto che si annuncia di basso profilo, si parla infatti di una spesa complessiva di circa 2 miliardi, che saranno necessari oltre che per destinare i ristori a discoteche e spettacolo, anche per prorogare la Cig Covid per i settori più in crisi.

Si parla da giorni di una possibile proroga di 13 settimane, sostanzialmente dal 1° gennaio 2022 al 31 marzo 2022, con effetto retroattivo.

Sarebbe questa la richiesta di sindacati e imprese del settore, secondo quanto si legge sul quotidiano Repubblica nella versione on-line.

Il quotidiano però riporta anche la notizia che il settore artigiano potrebbe essere interessato dalla proroga ma solo per alcuni settori:

“perché sindacati e organizzazioni imprenditoriali, di fronte alla nuova ondata di contagi, chiedono al governo di finanziare altre 13 settimane di Cassa integrazione Covid non solo per il turismo, ma anche per le piccole imprese dei settori maggiormente in crisi, dal tessile alla pelletteria al calzaturiero, con particolare attenzione al settore artigiano”.

Sembrerebbe quindi che si voglia far rientrare tutta la filiera della Moda, connessa al turismo e al commercio e ai suoi trend negativi a causa della pandemia, nella nuova proroga che il Governo potrebbe varare già dal prossimo giovedì. Le aziende della Moda quindi rientrerebbero ‘di diritto’ nella cassa covid a prescindere dalla tipologia di impresa: commercio, artigianato, industria, ecc.

Quel che appare certo è che trattandosi di settori fortemente in crisi, per i quali si prevede un ricorso continuo alle sospensioni di lavoro, la proroga è inevitabile. Anche perchè ricorrendo agli ammortizzatori ordinari – ricordiamo che dal 1° gennaio 2022 per effetto dell’ultima Manovra di Bilancio tutti i settori e aziende sono coperti – le aziende rischierebbero di terminare il plafond previsto dalla legge in poco tempo. Il nuovo assegno di integrazione salariale infatti prevede un intervento nel biennio mobile per ‘appena’ 13 settimane nelle aziende fino a 5 dipendenti, 26 settimane nelle aziende tra 5 e 15 dipendenti e 52 settimane in tutte le altre

Ecco perché, si legge su Repubblica, i sindacati chiedono insistentemente una proroga. Le parole della Segretaria confederale Uil Ivana Veronese, a tal proposito aiutano a capire:

“se le aziende utilizzassero tutte ora le settimane a cui hanno diritto, e ne avessero bisogno più avanti, in condizioni ordinarie, avrebbero già azzerato o ridotto le loro possibilità, da qui la richiesta di “ulteriori 12 settimane per le aziende che stanno soffrendo del turismo, terziario e artigianato evitando meccanismi troppo farraginosi e specifici”.

La situazione è in continua evoluzione e solo nelle prossime ore potremo capire in quale direzione intenderà muoversi il Governo.

[In foto il Ministro del Lavoro, il Pd Andrea Orlando]

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