Vaccino obbligatorio per 350mila braccianti ‘salva raccolti’: ecco da quando

ROMA – Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto legge n. 1 del 2022 scatta l’obbligo di vaccinazione obbligatoria per tutti gli ultra-cinquantenni dall’8 gennaio, che avranno tempo fino al 31 gennaio 2022 per ‘mettersi in regola”, pena l’applicazione di una multa di 100 euro una tantum, e sanzioni economiche pià salate (da 600 a 1.500 euro) per chi si presenta a lavoro senza Green pass rafforzato (o Super Green pass).

Come detto la novità – che ‘colpisce’ lavoratori e non – si applica a tutti, esclusi gli under 50.

Secondo quanto riferisce Coldiretti in una nota stampa, in Agricoltura l’obbligo vaccinale necessario per fermare i contagi scatta per ben 350mila lavoratori agricoli con piu’ di 50 anni che rappresentano più di un terzo (34%) del totale di 1,046 milioni di lavoratori dipendenti impegnati nelle campagne per garantire le forniture alimentari dei cittadini.

Si tratta di una elaborazione fatta su dati Inps, dalla quale emerge tuttavia che in agricoltura il 29% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore vede impegnati stranieri provenienti anche da Paesi dove vengono utilizzati sieri come il vaccino russo Sputnik russo o il cinese Sinovac, che non sono riconosciuti in Italia con il rischio concreto della perdita dei raccolti.

Una situazione che potrebbe quindi creare brutte sorprese per i raccolti e per gli imprenditori agricoli. Con la piena ripresa delle attività agricole, fa sapere l’Associazione degli agricoli, è facile prevedere l’accentuarsi della mancanza di lavoratori necessari nelle campagne per garantire l’approvvigionamento alimentare della popolazione in un momento in cui con la pandemia da Covid si è aperto uno scenario di incertezza, accaparramenti e speculazioni che spinge la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali come l’energia e il cibo.

“Per garantire l’adeguata copertura degli organici necessari a salvare i raccolti è urgente dunque adottare con strumenti concordati con i sindacati, che consentano anche ai percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani di poter collaborare temporaneamente alle attività nei campi” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini che chiede “un piano per la formazione professionale e misure per ridurre la burocrazia e contenere il costo del lavoro con una radicale semplificazione che possa garantire flessibilità e tempestività di un lavoro legato all’andamento climatico sempre più bizzarro”.

Una opportunità anche per favorire un ricambio generazionale in un momento di crescente interesse da parte dei giovani per il lavoro in campagna dove accanto alle figure tradizionali come potatori di alberi da frutta, olivi e vigne o ai trattoristi e iniziata la sfida della rivoluzione digitale con gli investimenti in droni, gps, robot, software e internet delle cose per combattere i cambiamenti climatici, salvare l’ambiente e aumentare la sostenibilità delle produzioni.

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