ROMA – Ci sarà la proroga della Cassa integrazione con causale covid19 nel decreto Sostegni ter?
La risposta definitiva probabilmente l’avremo quando il provvedimento sarà approvato dal Consiglio dei Ministri.
Ma intanto vengono fuori delle ipotesi a cui sta lavorando il Governo. Ne parla Il Sole 24 Ore in edicola oggi:
“L’esecutivo, a oggi diviso, starebbe riflettendo su tre possibili interventi: proseguire ancora un po’ con la cassa gratuita per le imprese dei settori più in difficoltà sotto i 15 dipendenti. Per le realtà sopra i 15 addetti ci sarebbe l’esonero del contributo addizionale (attualmente 9, 12 e 15% in funzione dell’utilizzo dell’ammortizzatore). La terza ipotesi in campo è quella di esonerare dal pagamento dei contributi quelle realtà che stanno ripartendo e che quindi non richiedono la Cig. I tecnici della Ragioneria stanno procedendo alle stime su questa sorta di Cig scontata ‘di prosecuzione’: secondo le primissime stime la dote dovrebbe oscillare tra i 3 e i 400 milioni”.
Tre diversi scenari, dunque, che fanno capire ancora una volta come il Governo stia trovando la strada giusta per mettere in soffitta l’esperienza della Cig Covid. Perchè stando a quello che si legge sul quotidiano economico la proroga della cassa Covid resterebbe per le solo piccole aziende fino a 15 dipendenti: le aziende che assorbono meno risorse avendo un numero di dipendenti più basso. Il che aiuterebbe il Governo considerato che lo stanziamnto sarà davvero irrisorio (3-400milioni).
Mentre al di sopra dei 15 dipendenti ci sarebbe spazio per il solo esonero del contributo addizionale, la “tassa” che pagano le aziende quando chiedono l’intervento della cassa.
E poi stop ai contributi (solo quelli previdenziali?) per chi si impegna a non ricorrere alla cassa (rinunciando alle sospensioni) e a farsi carico della ripartenza, facendo lavorare i dipendenti.
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