Cig Covid, Governo dice ‘stop’ e lancia una novità: ecco cosa potranno fare le imprese

Aggiornamenti sulla proroga della Cassa integrazione Covid anche in questi primi mesi del 2022 arrivano direttamente da Il Sole 24 Ore in edicola oggi.

Secondo quanto si apprende dal quotidiano economico il Governo starebbe per confermare la fine dell’esperienza emergenziale della cassa integrazione accessibile gratuitamente perchè motivata da sospensioni dei rapporti di lavoro determinate dal Covid.

Con il decreto che sarà approvato probabilmente domani 20 gennaio, quindi non ci sarà spazio per un prolungamento dell’ammortizzatore sociale emergenziale, che ha come primo vantaggio per le aziende quello di non ‘consumare’ le settimane massime previste dalla cassa integrazione ordinaria. Ci sarà però una novità. Uno sconto su quanto dovuto ai fondi di settore a cui le imprese versano per avere l’intervento Cig a favore del lavoratore.

Ecco quanto si legge:

Stop alla cassa Covid, che è terminata a dicembre, e non verrà più prorogata (anche per via dei costi). Ma per le imprese dei settori più in difficoltà, in primis turismo, ci si muoverà nel solco della riforma degli ammortizzatori sociali targata Orlando, vale a dire utilizzando il Fis, il Fondo di integrazione salariale, che la manovra 2022 ha esteso alle micro imprese del terziario, cioè i datori che occupano almeno un dipendente. Ci sarebbe tuttavia una novità: si starebbe ragionando su un Fis “scontato”, non facendo cioè pagare il contributo di funzionamento (a carico dei datori connesso all’utilizzo delle prestazioni pari al 4% della retribuzione persa).

Finora le aziende di commercio e turismo fino a 50 dipendenti, della ristorazione, dello spettacolo o le micro-imprese, ad esempio, in parte hanno avuto accesso al Fis e in parte alla cassa in deroga pagata dallo Stato (cassa Covid nel periodo emergenziale). Da questo mese, quindi, in virtù della riforma Orlando, potranno accedere al Fis (13 settimane fino a 5 dipendenti e 26 settimane di ammortizzatore oltre questa soglia, nel biennio mobile). C’è, tuttavia, una contribuzione subito a carico delle imprese; ma che, con l’ipotesi allo studio, si tende a “scontare”, non facendo pagare fino alla fine del periodo emergenziale (oggi 31 marzo) il contributo di finanziamento (in caso di utilizzo)”.

Lo ‘sconto’ quindi non sarebbe sulla contribuzione che le imprese pagano periodicamente ma sul cd. contributo addizionale, il ticket che pagano quando chiedono la cassa. Questo sistema di ‘vantaggio’ – che dovrebbe stimolare le imprese a sospendere i rapporti di lavoro e non interromperli con il licenziamento – sembra sarà destinato alle sole imprese del commercio, turismo e servizi. Il Sole 24 Ore infatti non fa alcun cenno ad uno ‘sconto’ sulla cassa integrazione ordinaria Inps per le imprese della filiera della Moda, anch’esse alle prese con significativi cali di fatturato. Diversa è la situazione delle imprese artigiane che fanno capo al fondo autonomo e alternativo FSBA, per le quali il contributo addizionale non è mai stato previsto per cui da questo decreto sembra non avranno alcun vantaggio diretto.

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