Il Bonus che non ti aspetti te lo porta la Legge di Bilancio (L. 234/2021). Ma ancora non l’ha visto nessuno.
E’ proprio così. La recente approvazione della Manovra di Bilancio ha portato diverse novità sul fronte previdenza, assistenza e mercato del lavoro. Una di queste è certamente la norma che riguarda l’introduzione di un “sostegno economico” a favore dei lavoratori part-time.
Di cosa si tratta? In realtà si sa ben poco perchè la misura è racchiusa in breve comma della Legge di Bilancio e la sua attuazione è rimessa interamente ad un futuro provvedimento.
Ma andiamo per ordine. La legge si limita a istituire un «Fondo per il sostegno dei lavoratori con contratto a part-time ciclico verticale», stabilendo una dotazione di 30 milioni di euro per gli anni 2022 e 2023.
Il Fondo è istituito nello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
La finalità di questo Fondo è di destinare ai lavoratori con contratto part-time ciclico verticale, vale a dire a coloro che svolgono prestazioni a tempo pieno solo in alcuni giorni a settimana.
Non si tratta dunque di un Bonus Covid, nel senso che non è legato all’emergenza pandemica ma ad una situazione tipica che riguarda questi lavoratori. Il Bonus infatti ha l’evidente finalità di sostenere il loro reddito per i periodi (i giorni) di non lavoro.
La norma si conclude con un rinvio ad un futuro provvedimento normativo che dovrà dare attuazione all’intervento suddetto. Trattandosi di un Fondo istituito presso il Ministero del Lavoro è assai probabile che dell’erogazione del Bonus se ne occuperà l’Inps.
Quanto ai possibili requisiti di accesso a questo sostegno al momento non ci sono indicazioni certe, se non che dovrà riguardare i lavoratori che hanno un contratto di lavoro part-time verticale ciclico. Dunque con esclusione dei lavoratori part-time orizzontali, coloro che svolgono poche ore giornaliere su tutti i giorni della settimana lavorativa. Ma anche di coloro che hanno un doppio contratto di lavoro part-time verticale con due diversi datori di lavoro, considerato che per loro non ci sarebbero “periodi di non lavoro”.
La norma non sembra prevedere preclusioni verso qualsiasi forma contrattuale, sia a tempo determinato che indeterminato. Anche se sembra più pensato per la seconda categoria, e cioè per chi deve ‘convivere’ a lungo con questa situazione contrattuale. D’altronde un lavoratore part-time a tempo determinato dopo poco tempo, una volta cessato il rapporto di lavoro, avrà diritto alla NASpI.
In ogni caso per saperne di più occorrerà attendere un ulteriore provvedimento che a questo punto sarà fondamentale anche per conoscere gli importi, visto che la legge di Bilancio non ne parla, ed anche come e quando sarà possibile inviare la domanda per ottenere il Bonus.
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