Reddito di emergenza proroga nel 2022, prossimi giorni decisivi: ecco perchè

La fine dello stato di emergenza il 31 marzo sembra qualcosa di inesorabile. “Non ci saranno proroghe”, dicono da più parti, ormai da giorni esponenti governativi. Nessuna decisione definitiva è stata presa però. E con ogni probabilità si dovrà attendere la seconda metà di marzo per conoscere la situazione.

Nel frattempo l’Esecutivo lavora per rendere strutturale tutta la catena di comando e gestione dell’emergenza Covid, soprattutto sanitaria, che in due anni è stata governata con provvedimenti speciali, decreti legge, ordinanze. In vista di un ritorno alla ‘normalità’ e la chiusura del periodo emergenziale..

Ma la chiusura dello stato di emergenza evoca per molti la fine di ogni speranza per una eventuale proroga del Reddito di emergenza. La misura di sostegno al reddito introdotta nel maggio 2020 e poi prorogata da diversi decreti anche nel 2021, che ha supportato economicamente 1,2 milioni di percettori (dati Inps).

Reddito di emergenza proroga 2022: legame con lo stato di emergenza?

Ma è così? La proroga del Rem nel 2022 è possibile fintanto che è vigente lo stato di emergenza?

Riteniamo che la risposta non può che essere negativa per tutta una serie di ragioni. A partire dal fatto che già in passato il Governo aveva realizzato la proroga del Rem ‘scavallando’ il termine dello stato di emergenza; lo aveva fatto il Decreto Sostegni bis ad esempio.

E in ogni caso la scelta di una proroga è da ricollegarsi necessariamente agli effetti della pandemia sulle situazioni economiche e sociali delle famiglie meno abbienti che non hanno tutti i requisiti per ottenere il Reddito di cittadinanza. Ma che versano sostanzialmente nella stessa situazione dei percettori di Rdc.

Reddito di emergenza proroga 2022: prossimi giorni decisivi

Ma a questo punto è pensabile che il Governo opti per una proroga del Reddito di emergenza 2022?

La sensazione che si ha è che le prossime settimane saranno decisive. Si parla infatti di uno scostamento Bilancio che il Governo potrebbe essere chiamato a varare nei prossimi giorni. Si è parlato di 30 miliardi di nuovi aiuti all’economia. Si è detto che il premier Mario Draghi è poco convinto ma che potrebbe cedere davanti alle pressioni dei partiti.

A spingere per introdurre nuovi aiuti, con posizioni di partenza differenti, sono la Lega di Matteo Salvini e il M5S di Giuseppe Conte. Con il secondo che ormai da un mese nei suoi interventi non dimentica mai di sottolineare come occorre dare “aiuti alle famiglie”. Parole che più di tutte evocano la proroga del Reddito di emergenza, considerato che è stato proprio Conte, da premier alla guida del Governo giallo-rosso, a dare il “primo battesimo” al Rem nel maggio 2020 con il Decreto Rilancio.

Ovviamente per arrivare ad una proroga del Reddito di emergenza non basta che Conte e il M5S, da un lato, e la Lega, dall’altro spingano per introdurre nuovi aiuti. Occorre che si forma una più ampia convergenza politica sull’esigenza di proseguire con le politica dei sostegni e che il duo Draghi-Franco – i più attenti a tener tirati di cordoni della borsa – cedano davanti ad una realtà economica e sociale ancora troppo in difficoltà per essere lasciata a sé stessa.

Diversamente, se l’idea di uno scostamento di Bilancio dovesse tramontare e non essere varato nei prossimi giorni/settimane, è assai probabile che a quel punto il Reddito di emergenza non sarà più prorogato. Perchè a quel punto sarà chiara la scelta del Governo di voler spostare ogni prospettiva di rilancio occupazionale e di crescita del reddito sulla crescita economica, non supportata da un extra-deficit.

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