ROMA – Nuovi aiuti sì, nuovi aiuti no. E’ difficile capire in questo momento cosa intende fare realmente il premier Mario Draghi, se assecondare la richiesta di una parte dei partiti M5S e Lega e introdurre nuovi sussidi, oppure rimanere sulla linea del rigore che non prevede la possibilità di un ulteriore deficit di Bilancio.
Di sicuro al momento c’è che non è stato convocato alcun Consigli dei Ministri per esaminare l’introduzione di nuovi sussidi.
Ciò però non significa che di qui a qualche mese non potrà muoversi qualcosa. E’ questo l’unico orizzonte temporale da considerare, perchè va escluso che a breve saranno prese decisioni così importanti. Lo scrive l’edizione odierna del Corriere della Sera in edicola:
“Draghi e Franco capiscono però che un’uscita troppo brusca dalla stagione dei sussidi creerebbe un nuovo trauma, dopo gli choc di questi anni. Per i nove mesi fino a marzo 2022 il governo ha già stanziato compensazioni contro il caro energia per quasi 12 miliardi ed è probabile che gli aiuti, per esempio alle famiglie meno abbienti, proseguano dopo marzo. Il bilancio in Italia ha sempre margini che permettono di centrare gli obiettivi anche in caso di spese non previste. Resta da capire se in questo caso siano di uno o due miliardi o, caso meno probabile, arrivino a cinque come chiede per esempio la Lega. Ma è difficile che il Tesoro si precipiti da subito a decidere nuovi sussidi a valere da aprile in poi“.
Il quotidiano milanese sembra dunque essere convinto che alla fine Draghi cederà su qualcosa. E nel farlo darà priorità alle famiglie meno abbienti. Al momento non ci sarebbe neanche un’idea precisa su come intervenire, se con i bonus sociali che intervengono esclusivamente sul caro bollette oppure con strumenti come il Reddito di emergenza (fermo a settembre 2021) o qualcosa di simile. Verrebbe così abbandonata la politica dei sussidi a pioggia, operando una selezione a favore di chi più di tutti sta soffrendo a causa della crisi pandemica e le sue conseguenze.
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