Per lavoratori e disoccupati il bonus 100 euro mensili ex Renzi in busta paga è protagonista di una nuova fase.
Dal 2022 in poi hanno diritto a quello che è chiamato anche trattamento integrativo solo coloro che hanno un reddito fino a 15.000 euro.
Per coloro che hanno reddito tra i 15.000 e i 28.000 euro non è garantito e spetta solo in determinati casi.
Mentre scompare completamente per coloro che hanno un reddito superiore a 28.000 euro, anche se per questi fino al 2021 il trattamento era comunque ridotto, dunque inferiore a 100 euro mensili.
Vediamo cosa significa.
Come detto la Legge di Bilancio a rivisto il sistema di imposizione fiscale sui redditi da lavoro. Dal 1° gennaio 2022, dunque, il Bonus Ex Renzi 100 euro spetta solo per redditi da lavoro dipendente o assimilati fino a 15.000 euro.
Per questi redditi spetta un importo annuale di 1.200 euro, attravero i 100 euro mensili direttamente in busta paga. Si tratta in questo caso di una conferma.
La novità sta per i redditi compresi tra 15.000 e 28.000 euro, per i quali il trattamento integrativo resta a condizione che la somma di tutte le detrazioni spettanti è superiore dell’imposta lorda dovuta.
In altre parole se la somma delle detrazioni (come quelle da lavoro dipendente, figli e coniuge a carico, di interessi passivi del mutuo, spese sanitarie, spese dei bonus edili e tutte quelle che si inseriscono nella dichiarazione dei redditi) è superiore all’imposta lorda da pagare, al lavoratore/disoccupato spetta il bonus.
In altri termini se dalla differenza tra detrazioni e IRPEF lorda (somma detrazioni – Irpef lorda) si ottiene una imposta netta con segno negativo, questa andrà a costituire il nuovo Bonus (trattamento integrativo). In altri termini il Bonus sarà pari all’incapienza e in ogni caso mai superiore ai 1.200 euro annui.
Se dalla differenza tra le detrazioni e IRPEF lorda (somma detrazioni – Irpef lorda) si ottiene una imposta netta con segno positivo, il Bonus non spetta.
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