Mentre dal palco di Rimini i leader Cgil e Uil, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, propongono di difendere il potere d’acquisto dei salari dal caro bollette rivedendo l’indice inflattivo Ipca, quale riferimento per poi negoziare gli aumenti con le imprese, arrivano le prime dichiarazioni di commento del presidente di Confindustria Carlo Bonomi.
Ne parla il quotidiano il manifesto in edicola oggi:
“In questa cornice ieri è esploso un nuovo conflitto verbale a distanza tra il segretario della cgil Maurizio Landini che ha chiuso la conferenza di organizzazione del sindacato a Rimini e il presidente di Confindustria Carlo Bonomi. Secondo quest’ultimo non è vero che l’indice dei prezzi armonizzato (Ipca) escluda dal calcolo degli aumenti contrattuali i prezzi dei beni energetici importati. «Non è così – ha detto – Il prezzo dei beni energetici c’è, ma viene spalmato nel tempo per evitare che scarti bruschi come quello attuale rendano l’indice ballerino. Se si vogliono innalzare i salari subito, la strada sono contratti di produttività in ogni impresa, addizionali al contratto nazionale».
Dunque la reazione di Confindustria è netta: l’unica strada per far salire i salari è fare degli accordi aziendali sul salario di produttività. Le dinamiche salariali dei contratti nazionali vanno confermate così come previsto dal Patto della fabbrica.
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