Prosegue il dibattito sull’eventuale proroga del Reddito di Emergenza (REM), questione che va di pari passo con quella che riguarda la protrazione dello Stato di emergenza ormai in scadenza a fine marzo. Infatti, la fine di uno potrebbe voler dire la fine dell’altro. C’è nesso tra le due situazioni? Si condizionano a vicenda?
Un nesso probabilmente c’è, visto che il REM è quella misura di sostegno al reddito introdotta nel maggio 2020 dall’allora Presidente del Consiglio Giuseppe Conte proprio per far fronte all’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19.
Ma vediamo qual è la situazione al momento, dopo le ultime dichiarazioni di Mario Draghi, e se ci sono chances per una proroga del REM.
Lo scopo dell’erogazione del REM è quello di tutelare tutti quei nuclei familiari rimasti esclusi dal Reddito o dalla Pensione di Cittadinanza. Questi ultimi sussidi, infatti, hanno requisiti più stringenti rispetto al Reddito di Emergenza, che invece poteva essere ottenuto con maggiore facilità (fino a quando era vigente). Ma qual è il numero potenziale delle famiglie potrebbero ottenere il REM?
Sicuramente ci sono i dati Inps che ci dicono che nel 2021 sono state circa 550 mila famiglie ad aver beneficiato del REM.
E poi ci sono, più di recente, i dati raccolti da INAPP (Istituto Nazionale d’Analisi delle Politiche Pubbliche) attraverso l’indagine Plus sul Reddito di Cittadinanza che raccontano di una platea di potenziali percettori di RdC (tra cui ci sono anche i ‘vecchi’ percettori REM) che ammonta a più di 3 milioni di nuclei familiari ma che soltanto 1,8 milioni ne beneficia: ciò significa che la differenza è composta da persone la cui domanda non è stata accolta. Tra questi 1,2 milioni le famiglie ci sono evidentemente anche una buona parte di quelle che beneficiavano del Reddito di Emergenza.
Ma è così diversa la situazione economica di chi percepiva il Reddito di Emergenza rispetto a quella in cui versa chi percepisce il Reddito di Cittadinanza? La risposta è no, visto che i dati ci dicono che i percettori di REM sono le famiglie meno abbienti che si trovano nella fascia di reddito immediatamente successiva a quella dei percettori del Reddito di Cittadinanza ma alle quali questo non è stato riconosciuto per mancanza di alcuni requisiti. Pertanto, la situazione economica in cui le due fasce (quella percettrice di RdC e quella percettrice di REM) versano sarebbe sostanzialmente la stessa.
Per voce del capo del Governo Mario Draghi sappiamo che non sarà prorogato lo stato di emergenza, la cui scadenza è fissata al 31 marzo prossimo. Ecco quanto annunciato dal Premier lo scorso 23 febbraio da Firenze:
“La situazione epidemiologica è in forte miglioramento grazie al successo della campagna vaccinale e ci offre margini per rimuovere le restrizioni residue alla vita di cittadini e imprese. Voglio enunciare che è intenzione del Governo non prorogare lo stato di emergenza oltre il 31 marzo (applausi dei presenti in sala, ndr). Da allora, dal 31 marzo in poi non sarà più in vigore il sistema delle zone colorate, le scuole resteranno sempre aperte per tutti, saranno infatti eliminate le quarantene da contatto, cesserà ovunque l’obbligo delle mascherine all’aperto e quello delle mascherine FFP2 in classe. Metteremo gradualmente fine all’obbligo del certificato verde rafforzato a partire da sport, feste, fiere e spettacoli. Il nostro obiettivo è quello di aprire tutto e al più presto”.
Queste dichiarazioni lascerebbero poco spazio d’interpretazione, ma niente è ancora deciso viste le ingenti pressioni provenienti dai partiti (M5S e LeU su tutti). Se comunque la decisione politica della fine dello stato di emergenza fosse confermata, le milioni di famiglie che fino a settembre 2021 hanno percepito il Reddito di Emergenza perderebbero probabilmente ogni speranza di vederlo ripristinato: le due questioni non sono strettamente connesse però è chiaro che verrebbe meno la ragione “pandemica” alla base della decisione, presa nel 2020, di introdurre il REM. Il rischio per queste famiglie è quindi quello di finire sul lastrico dato che nessuna entrata economica sarebbe più garantita loro, vista anche l’esclusione dal Reddito di Cittadinanza e da tutte le altre indennità.
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