Stage, è boom tra i disoccupati di servizi, industria e agricoltura: ma zero tutele

Boom di tirocini nel 2021, anche tra i lavoratori disoccupati, che entrano in aziende senza nessuna tutela e a volte lo scoprono quando è troppo tardi. Lo denuncia per Nidil Cgil Giorgia Vulcano, Coordinatrice dei tirocini extracurriculari.

“Le persone pensano di firmare un contratto di lavoro – dichiara la Vulcano su Collettiva.it – . Dopo sei mesi o un anno, quando finiscono, l’amara sorpresa: non hanno diritto a niente, disoccupazione, contributi, nulla di nulla. Perché quello che avevano sottoscritto era un progetto formativo. È a quel punto che si rivolgono a noi e scoprono che il loro era uno stage”. A parlare è Maria Giorgia Vulcano, coordinatrice dei tirocini extracurriculari per il Nidil Cgil, il sindacato che ha lanciato l’allarme:

L’aumento nel 2021 segna un +227 per cento nel secondo trimestre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

“Donne e uomini, giovani e non, – continua il quotidiano on-line della Cgil – che a fronte di un’indennità economica variabile da regione a regione, di fatto sostituiscono dipendenti, con buona pace dei propositi formativi della misura. Nati come strumenti per l’inserimento e il reinserimento di persone svantaggiate, disoccupati e inoccupati senza alcuna limitazione anagrafica, nel corso del tempo sono infatti diventati una vera e propria occasione di sfruttamento e precariato”.

Quanto ai settori coinvolti, al centro restano servizi, industria e agricoltura, con questi numeri:

“Nel 2021 i tirocini hanno riguardato soprattutto il settore dei servizi, con circa 66mila attivazioni, l’industria, con poco più di 21mila attivazioni, e l’agricoltura che ha assorbito l’1,8 per cento. E, indovinate un po’, solo il 10 per cento di questi stage si sono trasformati in un contratto di lavoro stabile, mentre appena il 13,5 per cento dei beneficiari è costituito da persone con fragilità”.

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