Sappiamo che la Naspi è l’indennità di disoccupazione destinata a chi ha involontariamente perso il posto di lavoro e presenta determinati requisiti (per approfondire e scaricare la GUIDA di TuttoLavoro24.it in formato PDF clicca qui).
La disoccupazione consiste in un importo variabile che viene erogato ai beneficiari ma che, come tutti i sussidi, ha un tempo limitato, che in questo caso dipende dalla storia contributiva di ogni soggetto fino ad un massimo di 24 mesi.
Se, tuttavia, la disoccupazione decade in quanto è stato raggiunto il limite temporale del percettore, senza che egli abbia trovato lavoro, questo potrebbe trovarsi in serie difficoltà economiche.
Ecco perché è possibile, per chi ha terminato la Naspi e presenta determinati requisiti, richiedere il reddito di cittadinanza.
Vediamo come fare.
Abbiamo quindi detto che quando una persona termina l’indennità di disoccupazione e non ha ancora trovato un lavoro può fare domanda per ottenere il Reddito di cittadinanza.
Il reddito di cittadinanza è infatti destinato a chi ha redditi e patrimoni bassi, infatti l’Isee deve essere inferiore a 9.360 euro.
Se quindi un soggetto non lavora e non percepisce più nessun sussidio, viene da sé che il suo reddito sarà più basso e quindi potrà agevolmente rientrare nella fascia richiedente. Su questo vale la pena riprendere, però, quando detto a proposito dell’ISEE corrente 2022 che potrà essere richiesto entro la fine di marzo (per approfondire clicca qui). Ma deviamo i dettagli.
Prima di richiedere il reddito di cittadinanza è importante innanzitutto verificare di essere in possesso dei requisiti richiesti. Se questi sono soddisfatti, è sufficiente presentare domanda secondo le modalità qui elencate.
Tenuto conto che uno dei requisiti principali per ottenere il Reddito di Cittadinanza è quello di possedere un Isee 2022 con valore inferiore a 9.360, qualora il valore risultasse essere superiore, è possibile abbassarlo attraverso l’Isee corrente: un indicatore aggiornato e flessibile in grado di fotografare i reali e costanti cambiamenti della situazione economica e patrimoniale.
Questo perché l’Isee corrente si basa sui redditi degli ultimi 12 mesi, o anche solo degli ultimi due mesi in caso di perdita, sospensione o riduzione del lavoro o interruzione dei trattamenti previdenziali, assistenziali e indennitari.
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