Trasporti, sciopero nazionale 19 marzo e lanciano #IoStoSulPiazzale

Ormai in molti punti vendita il gasolio costa più della benzina anche alla pompa, nonostante l’accisa più bassa. Eni, IP, Q8, Tamoil e gli altri rivenditori fanno salire quotidianamente il prezzo della benzina. Lo sanno bene le centinaia di migliaia di trasportatori che circolano quotidianamente sulle strade e autostrade della nostra penisola e che, dopo alcune iniziative spontanee delle scorse settimane, hanno deciso di proclamare uno sciopero per il 19 marzo prossimo.

“Era da tempo che Unatras lanciava l’allarme e purtroppo la situazione è esplosa in un periodo particolarmente delicato” si legge in un editoriale di Paolo Uggé, uno dei leader di Unatras, il coordinamento che raggruppa le sigle più rappresentative degli autonomi del trasporto merci, con cui anticipa che non ci sarà alcun “fermo dei mezzi” che paralizzerà l’Italia, ma uno sciopero, “un’azione – dice – che si potrebbe chiamare #IoStoSulPiazzale”.

“L’azione di fermo oggi rischierebbe di essere fine a sé stessa”, Uggé preferisce lasciarla a “certi Masaniello”.

Ma allo stesso tempo avviare un’iniziative immediata, anche se responsabile, era necessario. D’altro canto “non si può pretendere che i nostri imprenditori offrano i loro servizi in perdita ed è quindi naturale attendersi che essi scelgano, stanti le attuali condizioni, di rinunciare alle commesse e di lasciare le macchine ferme.

L’Autotrasporto è il ‘motore’ del sistema. Uggé lo sa e lo mette in evidenza quando dice che se gli autotrasportatori saranno costretti a rallentare le attività è a rischio l’equilibrio economico e sociale:

“Riduzione del gettito fiscale e degli introiti derivanti dall’uso delle infrastrutture, aumento delle richieste di accesso alla cassa integrazione per il personale e, infine, agevolazione della concorrenza da parte delle imprese estere: ecco quello che accadrà nel momento in cui le imprese di autotrasporto saranno costrette a spegnere i motori”.

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