ROMA – Mentre arrivano sempre più conferme circa il varo di un Decreto Energia che prevederà, già da questa settimana, un taglio al prezzo di benzina e gasolio (-15 centesimi) e nuovi bonus sociali con sconti da praticare in bolletta agli utenti, emergono i dati circa le maggiori entrate statali derivanti dal caro carburanti.
Lo Stato infatti incassa soprattutto attraverso i cosiddetti oneri di sistema, le accise, l’Iva.
Lo si apprende da Radio24 de Il Sole 24 Ore sulla base di una elaborazione di Assopetroli:
“Con l’aumento dei prezzi dei carburanti monta la polemica su accise e iva che pesano sul pieno. Le tasse incidono sul prezzo finale il 55,3% sulla benzina e il 51,8% sul gasolio. Percentuale che è progressivamente aumentata nell’ultimo decennio e sul quale incide l’Iva al 22%, che viene calcolata non solo sulla materia prima ma anche sulle accise. Il rialzo delle ultime settimane sta aumentando la base imponibile sulla quale calcolare l’IVA. L’erario, secondo le elaborazioni condotte da Assopetroli, sta incassando nel mese di marzo 2022, rispetto alla media del 2021, un maggior gettito IVA del 30% sulla benzina e del 50% sul gasolio. Complessivamente pari a circa 200 milioni di euro. Quasi 2,5 miliardi in un anno se si dovesse mantenere sullo stesso livello. Da più parti si propone di sterilizzare gli aumenti prevendendo un taglio delle accise. Taglio che potrebbe essere coperta dall’attuale extra-gettito IVA”.
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