Una volta ottenuto il reddito di cittadinanza non è detto che questo venga mantenuto per tutta la sua durata. Potrebbe essere infatti revocato per diversi motivi. Occorre quindi fare molta attenzione.
Primo fra tutti potrebbe venire meno anche uno solo dei requisiti fondamentali per ottenere il sussidio (clicca qui) perché magari è stato trovato un lavoro e quindi il valore ISEE è inevitabilmente aumentato.
Ma non solo. Ci sono dei “passi” da evitare assolutamente per non rischiare di perdere definitivamente il sussidio. Vediamo insieme quali sono.
È obbligatorio dal 1° gennaio 2022 per i percettori del reddito, sia vecchi che nuovi, presentarsi ogni mese presso il centro per l’impiego del proprio comune di residenza o analogo ufficio competente, per verificare la presenza di offerte di lavoro congrue.
Se ciò non avviene scatterà in automatico la revoca del sussidio. Nel momento in cui scriviamo non sono state ancora diramate indicazioni specifiche circa l’obbligo di presentarsi, per cui è bene informarsi presso il Centro per l’impiego competente per conoscere quali sono tempi esatti e modalità.
Chiunque presenterà la domanda per il reddito di cittadinanza a partire dal 2022, dovrà inoltrare automaticamente la Dichiarazione di immediata disponibilità, o DID. Con questa si dichiara di essere disponibile a lavorare da subito.
La domanda che non contiene la Did sarà considerata improcedibile e quindi verrà direttamente rifiutata. Per cui si perde il diritto al Rdc proprio “sul nascere”.
Attenzione anche alle offerte che è possibile rifiutare per non perdere il sussidio. Dal 2022 sono cambiate un po’ di regole. E’ quindi sempre consigliabile aggiornarsi.
Chi rifiuta due offerte di lavoro congrue andrà incontro alla revoca immediata del reddito di cittadinanza. Se invece si rifiuta solo una offerta congrua, scatterà una riduzione di 5 euro al mese. Per sapere quando un’offerta di lavoro è congrua clicca qui.
Fondamentali sono i reati che causano la perdita del reddito di cittadinanza. Anche in questo caso la legge di bilancio 2022 ha introdotto una novità, aumentando di fatto il numero di reati che, se commessi, comportano la decadenza del reddito di cittadinanza.
I reati aggiunti sono i seguenti: riduzione o mantenimento in schiavitù o in servitù (art. 600); prostituzione minorile (art. 600-bis); tratta di persone (art 601); acquisto e alienazione di schiavi (art. 602); furto in abitazione e furto con strappo (art. 624-bis); rapina (art. 628); estorsione (art. 629); sequestro di persona a scopo di estorsione (art. 630); truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (art 640-bis); usura (art. 644); ricettazione (art. 648); riciclaggio (art. 648-bis); impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita (art. 648-ter).
A questi sono ovviamente affiancati tutti i reati per cui già in precedenza scattava la revoca del sussidio, ovvero: associazioni con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico (art. 270-bis); attentato per finalità terroristiche o di eversione (art. 280); sequestro di persona a scopo di terrorismo o di eversione (art. 289-bis); associazioni di tipo mafioso anche straniere (art. 416-bis); scambio elettorale politico-mafioso (art. 416-ter); strage (art. 422); truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (art 640-bis).
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