È ormai certo che il pagamento delle pensioni di aprile tornerà a essere erogato nei primi giorni del mese. Se fino a poche ore fa quelle che circolavano erano solo voci, adesso l’ufficialità arriva direttamente da Poste Italiane, come tempestivamente segnalato anche da TuttoLavoro24.it in questo articolo di ieri.
I pensionati titolari di un Libretto di Risparmio, di un Conto BancoPosta o di una Postepay Evolution torneranno quindi a vedersi accreditato regolarmente il pagamento dal primo giorno del mese e non più con un mese di anticipo, come invece accadeva durante lo stato di emergenza. Sempre da venerdì 1° aprile, inoltre, i titolari di carta Postamat, Carta Libretto o di Postepay Evolution potranno prelevare la pensione in contanti dagli 8000 ATM Postamat sparsi sul territorio italiano, senza bisogno di recarsi allo sportello. Chi comunque vorrà recarsi fisicamente in Posta potrà farlo rispettando la turnazione alfabetica.
Nella legge di bilancio 2022 compaiono nuove aliquote, che affiancate a nuove detrazioni di imposta hanno portato a un aumento della pensione quasi per tutti gli scaglioni. La nuova riforma Irpef infatti prevede che vengano ridotte le aliquote legali che si applicano tra i 15.000 e i 50.000 euro, mentre quelle tra i 50.000 e i 75.000 euro vengono aumentate. In particolare:
Tale riforma Irpef (con nuove aliquote e nuove detrazioni), combinata con il recupero dell’inflazione e il conguaglio a credito dei primi tre mesi del 2022, garantirà a tutte le fasce di reddito un aumento della pensione di aprile. In particolare, nella relazione del MEF (Ministero Economia e Finanza) si legge che ci sarà un aumento medio del netto annuale fino a 744 euro.
Affermazione vera ma un po’ vaga, dato che gli aumenti di 744 euro medi annui saranno riservati solo a coloro che si trovano nella fascia di reddito annuale pari a €50-55mila. I dati sugli effetti della manovra Irpef contenuta nella Legge di Bilancio 2022 parlano di un beneficio medio annuale pari a 211 euro, ma se consideriamo, per esempio, la fascia di reddito 15-28.000 euro, vedremo che per tutti i pensionati inclusi in questa fascia il beneficio medio annuo sarà pari a 167 euro: ciò significa che per loro l’aumento mensile sarà di circa 14 euro e non di 62 euro come invece accade a chi si trova nella fascia superiore.
Pertanto, i più abbienti vedranno un aumento maggiore rispetto a chi invece versa in una situazione meno agiata. Inoltre, come se non bastasse, da marzo non si ricevono più in busta paga gli assegni familiari e per il nucleo familiare (Anf), sostituiti dall’Assegno Unico Universale, e fino a novembre c’è sempre da pagare l’addizionale comunale.
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