“Aumenti di stipendio con l’inflazione”. Si muove il Ministro del Lavoro

L’inflazione in continua risalita che raggiunge, a marzo, il 6,7% – livello che non si toccava dal 1991 – mette al centro il problema dei salari, progressivamente erosi dal rialzo dei prezzi.

Abbiamo già visto su TuttoLavoro24.it come in Italia non esiste un meccanismo automatico di adeguamento dei salaria al rialzo del tasso di inflazione. Esiste però un sistema di contrattazione collettiva delle retribuzioni di tutti i settori, che guarda all’indica inflattivo IPCA.

Per cui, niente automatismi. Confindustria non li vuole e lo ha ribadito di recente (clicca qui).

Ma il Ministro del Lavoro Andrea Orlando non sembra voler mollare e ieri, parlando con i sindacati a Palazzo Chigi, alla presenza di Mario Draghi ha rilanciato. Lo scrive l’edizione odierna de il manifesto in edicola:

su pensioni, precarietà, salari, misure sociali proseguirà il dialogo sociale, assicura Orlando, anche se la loro «gerarchia dopo la guerra è cambiata. Al centro dell’attenzione – sottolinea – c’è il tema della tenuta salariale, dei meccanismi di adeguamento dei salari alla luce dell’inflazione» che devono essere riconsiderati ora «con più urgenza»”.

Priorità ai salari, quindi, e al loro adeguamento. Ma come? Su questi particolari il Ministro Orlando non sembra essere entrato. La “replica” dei sindacati però non è tardata ad arrivare, il Segretario confederale Cisl Giulio Romani fuori dalla riunione ha dichiarato ai microfoni dell’Ansa: “occorre portare a rinnovo il 60% dei contratti collettivi nazionali scaduti e non ancora rinnovati”. Chiaro il messaggio: dell’adeguamento dei salari se ne occupa la contrattazione.

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