I furbetti del Reddito di cittadinanza non sono solo italiani qualunque o, peggio ancora, personaggi del malaffare. Come in tutte le vicende giudiziarie è possibile incrociare qualunque categoria di persona.
La conferma arriva dall’indagine condotta dai finanzieri della Compagnia di Chioggia (VE), nell’ambito delle attività di contrasto alle indebite percezioni delle misure a sostegno al reddito.
Secondo quanto riporta il quotidiano Il Gazzettino a seguito di “mirati accertamenti nei confronti di oltre 4.000 soggetti beneficiari del reddito di cittadinanza, emersi sulla scorta di un’attività di analisi ad ampio spettro effettuata in sinergia e collaborazione con l’Inps” sono stati accertati “86 soggetti che avrebbero ottenuto illecitamente somme non dovute complessivamente per € 928.000,00 euro”.
Tra questi, si legge, vi sono 24 soggetti titolari di partita Iva, tra cui una persona “non avrebbe comunicato di essere rappresentante di ben quattro società dislocate sul territorio nazionale o di un ristoratore dichiaratosi non abbiente pur avendo incassato oltre 60 mila euro di ricavi in un solo anno”.
E poi ci sono casi di stranieri che non avevano i requisiti. Un totale di 62 persone che “avrebbero dichiarato di risiedere in Italia da almeno dieci anni (uno dei requisiti richiesti dalle norme) mentre gli accertamenti espletati hanno evidenziato l’assenza di tale requisito. Significativa, in tale contesto, la posizione di una cittadina rumena che percepiva indebitamente il sussidio pur risiedendo stabilmente in Romania dal 2019 oppure quella di vari soggetti addirittura privi del permesso di soggiorno nell’Unione Europea”.
Una volta accertate le irregolarità Inps ha avviato l’attività di revoca del contributo e recupero di quanto indebitamente percepito dal 2019. Inoltre tutti i soggetti individuati sono stati deferiti, per le valutazioni di competenza, alla Procura della Repubblica di Venezia.
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