ROMA – La strada maestra per recuperare, subito, le risorse necessarie a ridurre l’impatto della crisi su lavoratori e pensionati è quella della tassazione degli extraprofitti, ma bisogna allargare l’ambito di applicazione di quanto già previsto dal Governo e aumentare l’aliquota.
Pochi giorni fa, è stato varato un provvedimento con cui si tassano al 10% gli extraprofitti maturati dalle imprese del settore energetico: il gettito previsto è pari a circa 4 miliardi.
Se l’aliquota fosse del 30% avremmo un gettito di almeno 12 miliardi, una cifra che si incrementerebbe esponenzialmente se il provvedimento fosse esteso anche a tutte le imprese e multinazionali produttrici di beni o servizi che, venduti a causa della pandemia e, ora, della guerra, hanno loro consentito di accumulare mega introiti.
Una soluzione del genere fu già adottata dopo la Prima guerra mondiale, su proposta di Keynes, quando si arrivò a tassare gli extraprofitti al 50%, proprio per attenuare le ricadute sociali della crisi.
Peraltro, è la stessa Unione Europea che invita ad andare in questa direzione e la Commissione ha stimato che una tale decisione renderebbe disponibili, a livello europeo, 200 miliardi di euro. Infine, poiché questo schema di tassazione è già stato approvato dal Cdm, sarebbe semplicissimo allargare la platea e innalzare l’aliquota: è solo una questione di volontà politica e di coraggio, per ridurre le disuguaglianze e avviare una ripresa equa ed efficace. Il Governo faccia questo passo.
E’ quanto si apprende da una nota della UIL a firma di Pierpaolo Bombardieri, il Segretario Generale che giovedì scorso, insieme al Leader Cgil, Maurizio Landini, durante un incontro con il premier Mario Draghi ha lanciato per la prima volta la proposta di una tassazione speciale.
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