A quanto pare, le piccole stalle inquinerebbero quanto gli stabilimenti industriali. A sostenerlo è la Commissione Europea, che nella Direttiva 2010/75/UE estende le disposizioni in materia di emissioni industriali sia all’allevamento bovino sia agli allevamenti di piccole dimensioni.
La denuncia arriva direttamente dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini in una lettera inviata al Premier Mario Draghi. Come sottolineato da Il Sole 24 Ore dell’8 aprile scorso, gli adempimenti richiesti dalla revisione della Direttiva UE penalizzerebbero non poco i 21 mila allevamenti nazionali, già provati dall’aumento dei costi provocati dalla guerra in Ucraina e per cui infatti sono già stati previsti dei contributi, mettendo a rischio 150 mila luoghi di lavoro. A beneficiarne sarebbero, invece, le importazioni da Paesi extracomunitari.
Le parole di Prandini riportate dal sito di Coldiretti esprimono tutta la preoccupazione per questa situazione:
“Le nuove scelte Ue rischiano di aprire le porte alle importazioni di carne da paesi terzi che spesso garantiscono minori standard di sicurezza alimentare e maggiori impatti ambientali di quelli europei. Difendere la carne Made in Italy significa anche sostenere un sistema fatto di animali, di prati per il foraggio e soprattutto di persone impegnate a combattere lo spopolamento e il degrado spesso da intere generazioni, anche in aree difficili”.
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