Emergenza sociale: aiuti alle famiglie no, ma Draghi stanzia 15 miliardi per spese militari

ROMA – Dopo l’incontro di ieri con il Governo le parti sociali, imprese e sindacati, hanno dichiarato di essere scontente, per ragioni opposte, per le politiche di basso profilo che intende mettere in campo il Governo. Pochi 5 miliardi per superare la crisi, i sindacati con Cgil, Cisl, Uil chiedono uno scostamento di Bilancio. Contraria Confindustria, che invece sostiene che le risorse ci sono e si possono reperire dall’extra-gettito previsto dal Def.

I sindacati incalzano e parlano di “crisi sociale” senza un intervento del Governo e criticano la scelta di Draghi & C. di finanziare ulteriormente la spesa militare con 15 miliardi. Ne parla il quotidiano il manifesto in edicola oggi:

“le risorse «non sono assolutamente sufficienti per rispondere all’emergenza sociale che rischia di penalizzare le classi più vulnerabili. Chiediamo un nuovo scostamento di bilancio. Senza un aumento della spesa pubblica quegli impegni saranno lettera morta: dalle pensioni ai livelli essenziali delle prestazioni. In questo momento vanno date risposte nette» ha detto Giovanna Fracassi (Cgil), Si prospetta invece l’aumento di 15 miliardi delle spese militari per soddisfare un accordo Nato – questa è la denuncia di Flc Cgil – si tagliano gli investimenti sulla scuola 2022-2025. Si passa dal 4 al 3,5% del Pil, 7,5 miliardi in meno. È la logica ragionieristica dei tagli degli ultimi venti anni. Il timore diffuso ieri era l’aggravamento della crisi sociale attualmente silenziata. E si dà, nonostante la pandemia e la guerra, per scontato che un’improbabile ripresa del mercato rimetta in ordine tutto. È un progetto di società nel capitalismo delle policrisi”.

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