Aveva il Green pass, non rientra a lavoro: licenziato Stefano Puzzer

Il leader delle proteste No Green pass di ottobre scorso partite dal Porto di Trieste, il lavoratore portuale Stefano Puzzer, è stato licenziato per giusta causa dall’Agenzia per il lavoro portuale

L’ex sindacalista del Clpt ha ricevuto la “sorpresa di Pasqua” il 15 aprile, tramite lettera raccomandata, dopo varie lettere di contestazione con cui lo si invitava a tornare a lavoro. Il portuale era infatti in possesso del Green pass, in quanto guarito dal Covid, ma non lavorava da ormai più di 5 mesi.

Il Clpt, Coordinamento Lavoratori Portuali Trieste, sindacato autonomo, in un comunicato parla di «rappresaglia e di licenziamento illegittimo».

«Il licenziamento del lavoratore nulla ha a che vedere con vicende politiche sulle quali il lavoratore fa leva. Personalmente per il lavoratore provo affetto. E quando mi ha chiesto aiuto personale, economico, mi ha trovato disponibile». Ha dichiarato il presidente di Alpt, Agenzia dei lavoratori del Porto di Trieste, Franco Mariani.

«La vicenda – continua la parte datoriale – è legata strettamente al rapporto del lavoratore con la sua Agenzia, che deve essere improntato alla lealtà e al rispetto delle normative sanitarie e contrattuali, senza creare nocumento agli altri lavoratori portuali in termini di immagine e di concreta partecipazione alla attività lavorativa».

«In qualità di presidente di Alpt – conclude – devo però guardare a tutti i lavoratori, al loro salario, alle loro famiglie. Ambizioni politiche, personali del tutto legittime di qualcuno non possono colpire, indebolire i lavoratori art.17 (quelli a chiamata) del porto e il porto di Trieste». 

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